Ho scoperto per caso questo piccolo, prezioso libro, Aglio, menta e basilico di Jean-Claude Izzo, uscito dopo la sua morte. Di Izzo, l’inventore del noir mediterraneo, mi sono piaciuti moltissimo la trilogia di Fabio Montale (Casino totale, Chourmo e Solea), Il sole dei morenti e Marinai perduti, forse il mio preferito. Diamantis uno dei protagonisti di questo storia, mi ha fatto compagnia per parecchio tempo dopo che avevo chiuso il libro e mi ha mostrato come era cambiato, restando per certi aspetti uguale a se stesso, il mondo dei marinai “prigionieri” delle navi cargo, di cui avevo già fatto l’esperienza scrivendone ne La regola dell’eccesso.
Aglio, menta e basilico è una raccolta di inediti, note sul noir mediterraneo, sul mare e su Marsiglia, città tanto amata, sulla sua cucina, da cui il titolo di questo piccolo gioiello; non manca un racconto inedito di cui è protagonista Fabio Montale, il protagonista della trilogia. Bella anche la prefazione di Massimo Carlotto.
Tra i vari capitoli del libro voglio ricordare quello che si intitola “Ovunque sono a casa mia”, leggetelo, dovrebbe essere il manifesto dei nostri giorni ottusi e cupi.

Essere di un altro posto” cambia tutto. Il mondo lo guardi in modo diverso. Intendo dire che ovunque mi trovo sono a casa mia… Lì ho imparato la libertà del ramingo, quella di muoverti non per scoprire, incontrare, imparare, ma per fonderti nell’altro, e vedere con i suoi occhi l’ “altro mondo”, quello da cui provieni”. (Aglio, menta e basilico di Jean-Claude Izzo)

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