Di Xiaolu Guo avevo già letto con piacere La Cina sono io, edito in Italia da Metropoli d’Asia, ora la lettura de i 20 frammenti di gioventù vorace è una conferma del talento di questa interessante autrice cinese. Protagonista del libro è Fenfang che a diciassette anni scappa dal villaggio natale, un contesto contadino in cui rischia di restare prigioniera per sempre, e va a Pechino. Con sé ha solo una valigia mezza vuota e il desiderio, anzi la fame di una vita diversa. Vive in modo precario facendo mille lavori, dalla comparsa in ruoli di scarso rilievo per il cinema e la televisione, all’inserviente che pulisce le sale alla fine dei film e ha il permesso di tenere gli oggetti persi o dimenticati in sala dagli spettatori. Vive l’amore dei giorni moderni prima con un ragazzo cinese, Xiaolin, di cui forse si innamora, poi incontra Ben, un americano con cui condivide una forma diversa d’intesa, non migliore o peggiore, ma differente e comicia a cogliere le tante sfumature dello stare insieme. Fenfang ha fame di vita di e di esperienze, ma a tratti le manca l’energia per mettersi in marcia e attraversare la vita con impeto. Il contesto in cui vive la opprime, la infastidiscono i vecchi che spiano i giovani giudicandoli su un metro antico. Il contrasto tra il retaggio del passato e la voglia di trovare una dimensione nuova, difficile da identificare e raggiungere, è descritto con una maestria istintiva che è fuori del comune. La “fatica” di realizzarsi è tanta, ma Fenfang non si arrende. La forma usata, con brevi testi intervallati da foto scattate dall’autrice stessa, è azzeccatissima.

Share: