L’eco-sistema dei libri sta mutando e non in meglio. Per chi ancora non se ne fosse accorto, il Post ha pubblicato di recente un interessante articolo che fa il punto della situazione: le vendite languono, i conti vanno male, gli editori pubblicano tanti titoli, ma tirano meno copie in cartaceo rispetto al passato, la pubblicazione in ebook cresce, ma non compensa il decremento delle tirature.
Le librerie di catena sfoltiscono i cataloghi e dall’altra parte i lettori forti, coloro che scelgono cosa leggere senza essere influenzati dalle classifiche, ma dai propri gusti e interessi letterari, spesso faticano a reperire un dato libro, magari un saggio o un vecchio romanzo uscito a suo tempo solo nella versione cartacea e che la casa editrice non ha più ristampato, ovviamente per logiche mercantili. Ecco, se questo libro risulta introvabile anche nel circuito dell’usato, è molto probabile che non avremo mai più la possibilità di leggerlo o rileggerlo. Ma questo è un’altra storia.
Tornando al Post, l’articolo spiega molto bene il modo in cui sta cambiando il ciclo di vita dei libri, probabilmente destinati a diventare un prodotto di consumo come gli altri: “… è almeno dal 2008 che il mercato è intrappolato in un circolo vizioso sempre più ingarbugliato da cui non riesce a uscire: le persone comprano meno libri, quindi i librai ordinano meno libri, quindi gli editori stampano meno libri, quindi le persone comprano meno libri e così via all’infinito. L’unica certezza, infatti, è che meno si stampa e meno si vende.”
A rimetterci per primi sono gli autori che non avranno né guadagni né visibilità. Cosa accadrà?
I librai indipendenti più avveduti si specializzeranno in modo da fidelizzare la propria clientela. Amazon, in grado di consegnare i libri in una manciata di ore, la farà sempre più da padrone. E gli editori? A loro è proprio richiesto uno sforzo di fantasia.
Anche gli scrittori che scelgono il self publishing dovranno attrezzarsi, gli autori indie diventeranno imprenditori a tutto tondo: oltre il mestiere dello scrivere dovranno imparare a editare e promuovere i loro libri in maniera professionale, per offrirli alle librerie con la formula del conto deposito. Insomma, dovranno metterci oltre alla faccia anche i soldi per studiare una forma di micro distribuzione fai da te, al di fuori di quella delle piattaforme.  Un percorso non facile e non per tutti. Probabilmente molti tra coloro che scrivono per hobby smetteranno di farlo, una previsione che era stata già fatta sull’anno che si chiude. Vedremo se si avvererà nel 2016.
http://www.ilpost.it/2015/12/21/quanto-durano-i-libri/

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