Gli autori indie stentano ad avere la giusta visibilità presso i lettori che, a loro volta, faticano a orientarsi nel mare magnum del self-publishing. Infatti, Amazon & Co offrono moltissimi testi di poco o nullo valore, firmati dai tanti hobbisti della penna che certo non possono chiamarsi scrittori. In un quadro così confuso, c’è da tempo la necessità di individuare un percorso in grado di garantire e distinguere a monte la qualità di un’opera. Il problema, complesso e di difficile soluzione, ha stimolato la creatività di Michel Franzoso, Margherita Melara, Francesco Melchiotti e Alessandro Silva che hanno avviato un progetto che potrebbe soddisfare le esigenze degli auto-pubblicati professionali.
Il 29 febbraio è nato Extravergine d’autore.
“Uno scrittore indipendente, per emergere, non può limitarsi a scrivere un romanzo d’autore. Deve scrivere un romanzo extravergine d’autore”. Questo è il motto del nuovo marchio. Semplice e immediato, va al cuore del problema allo scopo “di ricoprire, nella filiera tra autore auto-pubblicato e lettore, il ruolo di filtro ad oggi mancante”.
Qui voglio spezzare una lancia a favore della categoria dei self. Oggi diversi autori indie si avvalgono della collaborazione di un editor. Per me, che lavoro come ghost writer, è la norma, ma conosco diversi altri autori che curano scupolosamente l’editing dei testi. Anzi, la pratica sta diventando sempre più diffusa e questo è un bene. Tuttavia è anche vero che siamo in pochissimi ad adottare per i nostri libri la stessa trafila cui sarebbero sottoposti, forse, presso un editore.
Fatta questa doverosa precisazione, nel navigare il sito di Extravergine d’autore, ho notato che coloro che si proponevano nel ruolo di “critici” erano presenti nel Chi siamo solo con il nome di battesimo, salvo essere facilmente identificabili attraverso il collegamento ai social. Mi sono chiesta: perché sono così timidi? Dopo tutto si propongono nel ruolo di censori. Perché si mostrano solo a metà?
Di conseguenza è scattata la voglia di intervistarli. Hanno subito risposto all’appello Michel Franzoso e Margherita Melara.

Michel Franzoso 1Come è nata l’idea del progetto?
Michel – Sono un ingegnere con la passione per la scrittura. Ho all’attivo diverse pubblicazione con case editrici, poi un giorno sono rientrato in possesso dei diritti d’autore di un mio libro e ho deciso di auto-pubblicarlo. Ho cercato uno spazio che potesse dare risalto alla mia opera, quando ho scoperto che non esisteva ho iniziato a elaborare l’idea da cui è nato il nostro progetto. A metà ottobre abbiamo messo online la pagina di presentazione di Extravergine d’autore. Ci interessava capire che tipo di riscontro avremmo avuto, sia in termini quantitativi sia qualitativi, e quanto tempo ci avremmo messo a individuare quattro o cinque testi di qualità da mettere in vetrina. In breve tempo abbiamo ricevuto poco meno di un centinaio di testi; ne abbiamo “certificati” quattro, ora inseriti nella vetrina del nostro sito.

Quattro su quasi un centinaio mi fa pensare che vogliate fare sul serio.
Michel – Sono convinto che il self-publishing aumenterà la sua forza di penetrazione nel mercato perché rispetto al piccolo e medio editore ha il vantaggio di un’offerta che non ha paragoni. Con la maggior parte dei piccoli editori, salvo le ovvie eccezioni, l’autore riesce a vendere il suo libro solo se si impegna anima e corpo nel marketing, nella promozione, nell’attivazione di contatti e relazioni. Ormai l’editore non dà nulla di più del self-publishing, salvo un marchio sulla copertina. Tanto vale che l’autore lavori per sé.

Quindi, in un certo senso, sono gli editori che contribuiscono a dare forza al self- publishing. Però c’è un problema: come farsi trovare dai lettori, come distinguersi tra le tante pubblicazioni, la maggior parte di qualità discutibile?
Michel – Il lettore è sommerso da una massa di libri in cui non riesce a orientarsi.
Amazon e le altre piattaforme in questo non aiutano. Qui vogliamo inserirci noi, come filtro dedicato a selezionare i libri meritevoli di attenzione da parte dei lettori. Operiamo facendo una prima scrematura qualitativa, poi il lettore sceglierà secondo il suo gusto.

MARGHERITA MELARA FOTOInfatti, sul sito dichiarate di voler diventare un punto di riferimento per tutti gli accaniti lettori del web. Qui torniamo alla mia curiosità iniziale. Perché dovrei fidarmi di voi? Da dove viene la vostra autorevolezza? Voi dovete anche conquistare la fiducia degli autori indie che vogliono mettersi in gioco con trasparenza.
Michel – Abbiamo scelto di non porci sotto i riflettori perché noi non siamo importanti se non per la preparazione e la serietà con cui affrontiamo questo impegno. Al centro del nostro progetto ci sono i libri, non noi. Alla fine ciò che conta è la qualità della nostra proposta. Un libro extravergine d’autore deve rispettare tutti i parametri di selezione relativi a una buona scrittura e a buoni contenuti. È chiaro che il fattore legato alla sensibilità personale di un singolo lettore non può essere universale, ma ciascuno di noi è in grado di valutare in modo oggettivo la qualità di un libro anche al di fuori del proprio gusto.
Margherita – Sono entrata nel progetto da poco e curo con speciale attenzione tutto ciò che concerne la qualità. Anche il filtro della casa editrice ogni tanto lascia i lettori delusi. La nostra iniziativa richiede coraggio, tutti lavoriamo con impegno; prima di aderire ho verificato la competenza dei partecipanti al progetto ed è su queste basi che insieme ci siamo presi la responsabilità di avviare questa avventura, consapevoli del fatto che saremmo stati sottoposti a critiche.

È vero, spesso gli editori presentano libri discutibili ed è anche giusto che siate liberi di dimostrare sul campo il vostro operato. Quali sono i vostri gusti? Cosa vi piace leggere?
Margherita – Sono una lettrice onnivora. Cito gli ultimi tre libri letti: 17 minuti con mio padre, la storia di Chaplin scritta dalla figlia Jane Chaplin, le Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar e Cecità di Saramago. Mi piace molto variare i generi. Scelgo in base alla percezione che ho di un libro, deve aiutarmi a crescere mettendomi in relazione anche con realtà di vita concrete. Ora sono impegnata nella scrittura di un saggio sulla poetica beckettiana.
Michel – Anch’io leggo di tutto, ma ho un debole per la fantascienza e il fantasy. Asimov e Bradbury sono i miei miti, oltre Tolkien. Mi piacciono i libri che raccontano una storia.

È corretto dire che in questo momento offrite agli autori un servizio gratis?
Margherita – Oggi lavoriamo su base volontaria, non facciamo schede di lettura, non sarebbe possibile. Rispondiamo comunque a tutti coloro che ci inviano una proposta, indicando se in un testo vediamo delle potenzialità da sviluppare. Non è un editing, sia chiaro, diamo solo dei consigli. Teniamo molto ad avviare un dialogo proficuo sia con gli autori sia con i lettori. I commenti di questi ultimi saranno il banco di prova del nostro buon operato.
Michel – Vogliamo contribuire a promuovere la buona letteratura indipendente. Un libro scritto in maniera corretta e convincente, è un libro che ti coinvolge fino all’ultima pagina, che ti senti di consigliare. Per quanto riguarda lo sviluppo della nostra attività, la parte di prima valutazione per l’inserimento nel sito resterà gratis, poi vorremmo completare l’offerta con una serie di servizi per gli autori che saranno, com’è ovvio, a pagamento. Nell’arco di quest’anno vogliamo capire che tipo di gradimento incontrerà Extravergine d’autore presso gli autori e i lettori. In questa fase dovrà essere il libro ad emergere, la qualità del progetto dovrà essere valutata sulla base dei testi che presenteremo.

Allargherete la vostra sfera d’azione anche a rompere tutte quelle barriere che limitano la diffusione dei libri degli autori indie? Per esempio, il veto alla partecipazione a concorsi importanti, alla diffusione dei libri in libreria, alla partecipazione ad alcune manifestazioni e festival che rifiutano l’iscrizione agli auto-pubblicati. È lungo l’elenco dei pregiudizi che contribuiscono a creare ostacoli ai self. Voi vi proponete di selezionare dei bei libri che possono essere venduti in tutto il mondo, ma non in una libreria nella città dell’autore.
Margherita – Sono questioni importanti che potremo valutare più avanti, quando il nostro progetto sarà consolidato. Si tratta di problemi complessi anche dal punto di vista pratico, ma i temi sono alla nostra attenzione. Si tratta di questioni in sospeso che pongono l’autore self uno scalino sotto l’autore che pubblica con un editore, anche se poi gli stessi editori spesso scelgono e distribuiscono poco e male e curano solo le attività che ruotano attorno ai bestselleristi.
Michel – Non è facile acquisire lo stesso credito che hanno gli editori in un Paese come il nostro, che arranca sempre nell’accettare i cambiamenti. Cominciamo con il dare credibilità meritata ai libri di qualità. Per il resto, c’è ancora molto da fare e noi siamo aperti a tutto, per il futuro.

Per chiudere, come vi definite? Critici letterari di ultima generazione?
Michel – il nostro ruolo è un po’ diverso da quello dei critici letterari, piuttosto possiamo considerarci dei lettori professionali.
Margherita –  Noi ci prendiamo la responsabilità di fare da filtro. Siamo lettori tra i tanti, ma ci differenziamo per essere lettori responsabili.

 

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