tullio-demauro-620x430Diffondiamo i dati e strappiamoci i capelli. Italia e Spagna, tra gli ignoranti di ritorno noi siamo da record. Questo è quando risulta da un’analisi del linguista Tullio De Mauro. I risultati indicano che meno di un terzo della popolazione italiana avrebbe i livelli di comprensione della scrittura e del calcolo necessari per orientarsi nella vita di una società moderna. Il peso sullo sviluppo economico e sociale di questo dato è enorme. Questo quanto si evince dall’intervista rilasciata dallo stesso De Mauro a La voce di New York che enuncia in particolare le conseguenze dell’analfabetismo funzionale (incapacità di passare dalla decifrazione e faticosa lettura alla comprensione di un testo anche semplice). L’indagine cui fa riferimento De Tullio è chiamata PIAAC, Programme for International Assessment of Adult Competencies), e ha preso in esame quasi trenta paesi del mondo, tra cui appunto l’Italia,  ha definito cinque livelli di alfabetizzazione in  literacy e numeracy delle popolazioni  in età di lavoro (16-65 anni), dal livello minimo di analfabetismo strumentale totale, a un secondo livello quasi minimo e comunque insufficiente alla comprensione e scrittura di un breve testo, ai successivi tre gradi di crescente capacità di comprensione e scrittura di testi, calcoli, grafici. In Italia, come in Spagna, il 70% della popolazione in età di lavoro si colloca sotto i due primi livelli. Soltanto un po’ meno di un terzo della popolazione ha quei livelli di comprensione della scrittura e del calcolo dal terzo livello in su che vengono ritenuti necessari per orientarsi nella vita di una società moderna. Ma il fenomeno ha gravi dimensioni in tutti i paesi studiati anche se nessuno raggiunge i livelli negativi di Italia e Spagna. Più della metà della popolazione è in condizioni che potremmo dire “italo-spagnole” negli USA e (a decrescere), in Francia, Gran Bretagna, Germania ecc. Perfino in paesi virtuosi, per eccellenza dei sistemi scolastici e diffusione della lettura, si trovano percentuali di analfabeti prossime al 40%: così in Giappone, Corea, Finlandia, Paesi Bassi.

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