La bambina con il fucile, il libro che ho scritto come ghostwriter con Massimiliano Fanni Canelles, è il lavoro di cui sono più orgogliosa. Infatti considero un privilegio avere raccontato di Pratheepa, bambina soldato durante la guerra dello Sri Lanka, una figura che rappresenta tutti i bambini soldato del mondo. Su ciò che concerne il libro e le persone che sono state protagoniste delle vicende che ho romanzato, trovate materiale qui.  Inoltre oggi, “Giornata Internazionale contro l’uso dei bambini soldato”, sarò alla Libreria Lovat Trieste per presentare il libro insieme a Max Fanni Canelles, presidente di @uxilia onlus, e con il giornalista Paolo Pichiorri. Attualmente i bambini soldato sono impiegati nella maggior parte dei conflitti in atto (Qui trovate il report delle Nazioni Unite). Secondo la definizione data dall’Unicef, “un bambino soldato è una persona sotto i diciotto anni di età, che fa parte di qualunque forza armata o gruppo armato, regolare o irregolare che sia, a qualsiasi titolo. La definizione comprende anche le ragazze reclutate per fini sessuali e per matrimoni forzati”. I bambini impiegati nel ruolo di combattenti diventano spesso anche esecutori di atroci atti di crudeltà. Molti sono adolescenti e parecchi sono piccoli, hanno solo sei, sette anni. Sono facilmente manipolabili, poco o per niente coscienti dei pericoli e sono impiegati anche in combattimento, come sminatori, sfruttati sessualmente, come kamikaze. Naturalmente sono drogati con “medicine” che li rendono vittime inconsapevoli delle loro azioni. I ragazzini che sopravvivono alla guerra e riescono a tornare a casa, irrimediabilmente derubati dell’infanzia, spesso sono emarginati perfino dalle famiglie di origine e comunque hanno enormi problemi di reinserimento. Una situazione cui è difficile porre rimedio. A Pratheepa, la protagonista del libro La bambina con il fucile, è andata bene, grazie al fortunato incontro con Fanni Canelles. Oggi vive nel suo villaggio d’origine, è sposata e ha un bambino. È una risorsa a supporto delle attività promosse da @uxilia in Sri Lanka, infatti, rappresenta un punto di riferimento per i bambini e le mamme del sostegno a distanza e per le donne dei villaggi beneficiarie delle attività di formazione permanente, tuttora attive, organizzate e curate da @uxilia. Pratheepa è un esempio positivo e felice di reinserimento sociale dei giovani ex-bambini soldato. Purtroppo non va così per tutti.
Non so se un libro possa contribuire a sensibilizzare i lettori su questi temi. Viviamo immersi nell’ignoranza e nelle barbarie, quindi è un obbligo tentare la strada della diffusione della cultura, è una questione di civiltà. Per contro, se guardo alla situazione in Italia dove il numero dei lettori è in continuo calo mentre cresce il populismo alimentato dall’ignoranza dilagante, devo ammettere che trovo assai difficile portare a casa il risultato. Tuttavia ho avuto il privilegio di entrare nella storia di Pratheepa e dei tanti bambini salvati da un manipolo di intemerati volontari italiani. È giusto sperare che la situazione possa cambiare. Gli uomini, almeno certi uomini e certe donne, sono capaci di realizzare miracoli. Peccato che siano in pochi ad accorgersene e a volere seguire il loro esempio anche solo offrendo un piccolo sostegno.

I proventi delle vendite de La bambina con il fucile sono destinati alle attività di @uxilia in difesa di donne e bambini.

Nella foto alla Lovat da sx a dx, MassimilianoFanni Canelles, Susanna De Ciechi, Paolo Pichiorri,

#12 febbraio – Giornata Internazionale
contro l’uso dei bambini soldato
Vi aspettiamo alla Libreria Lovat di Trieste alle 18!

Share: