Eccomi qui. Sono sbarcata nell’anno nuovo e come tutti, e contro ogni ragione, confido in un buon 2019. Nel frattempo mi godo il piacere che provo nel tornare a rintanarmi nella mia postazione, davanti al computer, pronta a scrivere un libro, un altro. Mi rassicura il disordine della scrivania, ingombra di carte, post-it, quaderni, tanti libri, alcuni nuovi e altri troppo usati, parecchi manoscritti, diversi tipi di pastiglie per la tosse e innumerovoli piccoli oggetti amici che mi accompagnano da sempre.

Scaldo i motori e accendo il radar per captare nuove storie mentre rifletto su come riprendere il viaggio in cui sono imbarcata da mesi: il libro che sto scrivendo, ormai quasi al traguardo. Scelgo la musica adatta per accompagnare il mio lavoro e mi lascio andare alle note di Astor Piazzolla, il tango è sempre un’iniezione di energia e mi aiuta a superare lo scoglio della posta arretrata.

Silenzio il telefono e mi ricordo che da qualche giorno ho eliminato le App dei Social dal cellulare e… sto una meraviglia! La mia scelta è l’esito di un processo di disaffezione iniziato da parecchio. Del resto non sono mai stata una frequentatrice del web a oltranza; ho resistito a lungo prima di partecipare alla vita in rete, poi mi sono adeguata per esigenze di lavoro, con riserva, stando sempre un passo indietro.

Adesso siamo all’inizio di un ennesimo giro di giostra. Là fuori tutto è cambiato e sta cambiando ancora mentre sommiamo errore a errore ed è ancora impossibile tentare di decifrare l’attuale Tempo del Caos che nella mia immaginazione associo a una palude calata nella nebbia, piena di sabbie mobili e alligatori che spargono odore di marcio misto a zolfo. Un luogo di villeggiatura ideale solo per diavoli e spettri, non certo per una ghost writer di buone intenzioni.

A parte gli scherzi, anche i Social hanno preso una piega sbagliata, quindi ne ottimizzo l’impiego togliendo loro ore e attenzione; limito le mie incursioni alle bacheche che mi interessano e agli amici che ancora resistono, condivido quello cui tengo senza farmi distrarre navigando tra pensieri inutili, espressi male e slogan insensati.

Per il rispetto che devo all’uso del mio tempo, impiego la rete al mio servizio; per quel che serve, e con misura, la tengo a distanza dalle mie relazioni, dalla vita vera. E così, avendo fatto silenzio dentro e fuori di me, sulle note sensuali di Libertango, inizio un nuovo capitolo.

Ho cominciato a rendermi conto
che si può ascoltare il silenzio e imparare da esso.
Ha una qualità e una dimensione tutta sua.
(Chaim Potok)

 

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