Ascolto la radio, scorro le notizie: c’è di tutto e, oltre le solite dichiarazioni sguaiate utili alla propaganda, scopro l’ultima tendenza moda: mostrarsi in mutande per rappresentare il Paese, fare sfoggio, e provocazione, della propria intimità, altra parola assai complessa che inizia a sembrarmi desueta.

Allora penso alla compostezza.

Dalla Treccani: compostézza s. f. [der. di composto]. – 1. L’esser composto, cioè disposto con ordine, con garbo: c. degli abiti, dei capelli. Più spesso, atteggiamento composto: c. del volto, della persona; assol., lo stare composto: la c. è segno di buona educazione; bisogna serbare c. in chiesa; anche decoro, austerità che traspare dal volto e dagli atti: sotto quell’inalterabile c. (Manzoni). 2. fig. Ordine, temperanza, moderazione: c. di pensieri; c. di vita; c. di stile; prosa, poemetto d’una c. classica.

Riguardo all’esser scomposto, dalla Treccani: In senso fig., privo di equilibrio, di misura: stile s.; prosa s.; e in senso morale: spossate ambizioni, Scomposti desiderî (Giusti); che trascende i limiti dell’opportunità e della convenienza, smodato, eccessivo: urla, grida scomposte. b. Che manca di compostezza esteriore, di riserbo, di decoro; sconveniente, sguaiato: atteggiamento s.; posizione s.; stare s. a tavola. ◆ Avv. scompostaménte, in modo scomposto, ineducato: stare seduto, mangiare scompostamente.

Domandiamoci se accetteremmo di sederci a tavola con chi si comporti in modo scomposto, ineducato, senza misura, un barbaro, insomma. Certo che no! Magari gli affidiamo con incoscienza le chiavi del potere, deleghiamo a lui il governo del Paese, lo lasciamo pensare al posto nostro, anche se oltre che ineducato è pure incompetente.

Ignorando perfino  il nostro istinto di sopravvivenza, ci affidiamo.

Rileggo l’intervista in cui Vittorino Andreoli, psichiatra, definisce l’homo stupidus – la trovate qui – e tra l’altro dice: “Tutti pensano a se stessi. Nessuno pensa che siamo un Paese. E questa è la stupidità. Se oggi uno non è stupidus in questa società non può vivere”.

Ricordo Aldo Moro che per rispetto delle istituzioni che rappresentava andava al mare vestito e con la giacca. Certi confronti sono impossibili.

La forma è sostanza, sempre. E oggi la forma è orrenda.

N.B Per non tubare i lettori più sensibili ho evitato di aggiungere i link ai post che raffigurano “The captain” in mutande color verdelega. Se ci tenete a vederlo, cercatelo in rete.

Immagine dal web: Enrico Robusti, In questo bar non si fa credito. Olio su tela, 10,8×3 m, 2017. Museo della Follia, Napoli

 

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