Udite, udite! Il 22 gennaio scorso in quel di New York si è svolto il primo raduno ufficiale di Ghostwriter professionisti. La convention è stata ospitata sotto l’egida dell’American Society of Journalists and Authors (ASJA) e  Gotham Ghostwriters e si è svolta presso la New York Academy of Medicine. Obiettivo dell’incontro cui hanno partecipato circa 140 scrittori fantasma era quello di gettare le fondamenta di una comunità per sviluppare un terreno comune di dialogo e di confronto tra gli scrittori che con l’arte di scrivere le storie degli altri hanno saputo costruire una professione redditizia.

Alla riunione ha partecipato anche Madeleine Morel, storica agente letteraria specializzata nel mettere in contatto chi abbia la necessità, o solo la voglia, di scrivere un libro con il ghostwriter adatto a sviluppare quello specifico  progetto.  Secondo Morel oggi per i ghostwriter  “… è il momento migliore e quello peggiore. È il momento migliore perché non c’è mai stato così tanto lavoro là fuori. È il momento peggiore perché è diventato così competitivo”. Per un maggiore approfondimento sul tema rimando all’articolo del New York Times che  trovate qui.

Ha ragione Morel? Non mi esprimo sul  mercato USA, posso solo dare la mia opinione sul mercato italiano.

Negli ultimi anni la domanda di ghostwriting è cresciuta in modo esponenziale anche in Italia. Siamo un Paese in cui nessuno legge, ma tutti vogliono scrivere un libro, dall’altra parte sono tanti quelli che credono sia relativamente facile provare a scrivere un libro al posto di un’altra persona.

Ne consegue che per un aspirante autore la ricerca in rete propone un’offerta amplissima di scrittori ombra e credo che il loro numero sia destinato ancora a crescere perché, come ho scritto sopra, chiunque sappia aprire word si sente un ghostwriter, almeno in pectore

In realtà la qualità media dell’offerta è discutibile, basta navigare qualche sito, leggere un paio di post, verificare le referenze degli scrittori su commissione – quando ci sono – per rendersene conto. Non troppo sorprendentemente, dati i tempi, anche la qualità della domanda è dubbia; molti contatti arrivano da persone che “pensano” di avere una storia da scrivere che diventerà un libro di successo perché glielo hanno detto gli amici. Ah, l’odore dei soldi, il nettare della fama!

È un problema? Non credo, non più di tanto, e comunque c’è spazio per tutti.

L’aspirante autore in cerca di un ghostwriter a ragion veduta – per esigenze di ruolo, per passione o per un bisogno esistenziale -, incontrerà sempre lo scrittore adatto a sviluppare il suo progetto di scrittura, a raccontare la sua storia, infatti in questi casi l’idea di un libro, la voglia di lasciare un’impronta, sono il frutto di un percorso ragionato tra la testa e il cuore che non si esaurisce nell’azzardo di affidarsi al primo venuto e sa che un bravo scrittore fantasma non è mai a buon mercato.

Quello che invece sarebbe interessante capire è come mai nel nostro Paese certi addetti ai lavori, tanti colleghi scrittori, spesso si ostinino a vivere con disagio la funzione del ghost-writer. Forse è bene ricordare loro che il ghostwriting è un business in crescita, un’attività redditizia che permette di mettere a reddito la scrittura, un’impresa difficile se non impossibile come ben sa chi appartiene alla categoria di chi ama scrivere. Stime non ufficiali indicano che fino all’ 80 per cento dei libri non-fiction è scritto da qualcuno che non è l’autore il cui nome compare in copertina. È un dato che dovrebbe far riflettere.

Scrivere indossando i panni di un altro, il narratore, è un processo complicato e tutt’altro che facile da padroneggiare, infatti se è vero che un ghostwriter deve necessariamente essere prima di tutto uno scrittore professionista, non è per niente scontato che uno scrittore professionista possieda il talento e le competenze per lavorare come scrittore fantasma. Invece è certo che un ghostwriter in gamba potrà conoscere persone e mondi cui altrimenti non avrebbe accesso e ottenere risultati spesso sorprendenti nella sua professione.

I tempi stanno cambiando, sono convinta che nell’ambito della scrittura di libri su commissione le opportunità più interessanti saranno appannaggio esclusivo di chi sia in grado di offrire la migliore qualità. I 140 fantasmi che si sono radunati a New York in carne e ossa probabilmente ne sono un esempio.
Gli altri, quelli che ci provano, faranno bene a mettere in conto di dover fare i conti con le IA.

Per saperne di più comincia da qui:
Come scegliere il ghostwriter, quello giusto: consigli pratici
Vuoi scrivere un libro con un ghostwriter? Prima leggi qui…
ProfessioneGhostWriter: come scegliere lo scrittore fantasma giusto per te
ProfessioneGhostWriter: il primo contatto fa la differenza

Foto di Alexa da Pixabay – P.S. Due parole sulla foto d’apertura con le rane. È così che viviamo noi ghostwriter, saltiamo da un lavoro all’altro, da un mondo a un altro, cambiamo pelle di continuo per indossare quella del narratore di turno che ci racconta la sua storia. E lavoriamo dovunque, in qualsiasi situazione; a noi lo smart working ci ha sempre fatto un baffo! Sappiatelo: è il lavoro più bello del mondo.

 

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