Ogni primavera spio l’arrivo delle rondini che tornano a occupare i nidi sparsi nel mio condominio. Negli ultimi anni il loro calendario si è sfasato, infatti si presentano sempre più tardi rispetto a un tempo e più tardi ripartono. Vederle occupare i vecchi nidi è un sollievo, mi rasserena e, al contrario, mi inquieta notare che si attardano fino a quando l’aria si fa rovente perché i piccoli non sono ancora pronti per un lungo volo.

Amo gli animali e da quando lavoro come ghostwriter, anzi da quando ho iniziato a scrivere, c’è sempre stato un cane vicino a me. Ci siamo fatti e ci facciamo ancora buona compagnia. In omaggio a loro continuo la pubblicazione di una serie di poesie, e forse anche di qualche prosa speciale, in cui “senza distinzione di specie e di razza” sono gli animali gli unici protagonisti. Le rondini del condominio fanno parte del mio personale serraglio, sono compagne di vita stagionali cui non vorrei mai dover rinunciare. Dico questo perché in passato i nidi presenti nel mio palazzo erano più numerosi, poi qualche imbecille ne ha rimossi alcuni perché “le rondini sporcavano il muro”. Lo ha fatto di nascosto, ovviamente, perché l’imbecillità si accompagna quasi sempre alla vigliaccheria.

Giovanni Pascoli ha scritto una bellissima poesia, intitolata Dieci agosto, la notte di San Lorenzo e delle stelle cadenti, per ricordare la morte del padre Ruggero ucciso il 10 agosto 1867. Al centro della lirica c’è il nido cui la rondine torna sempre, il porto sicuro cui ciascuno di noi ambisce.

07 – Dieci agosto

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano invano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh!, d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!

Nella foto le rondini ospiti di casa mia. Ora finalmente sono partite.

Ricordo che le rondini sono tra le specie sottoposte a tutela, per Legge (per saperne di più vedi Lipu qui):
La direttiva 409/79 CEE stabilisce il divieto di distruggere o danneggiare i nidi intenzionalmente e disturbare la fauna selvatica durante il periodo della riproduzione, inoltre la convenzione di Berna ratificata dall’Italia con la legge 503 del 1981 stabilisce gli stessi divieti e classifica le rondini, rondoni e balestrucci fra le specie strettamente protette perché a rischio di estinzione, entrambe sono integrate nella legge 157/92 sulla caccia e il prelievo venatorio.

Share: