A volte ci capita di incrociare oggetti, magari mobili non antichi, solo vecchi, appartenuti a qualcuno a noi vicino, con cui abbiamo condiviso un pezzo di strada; a un certo punto del percorso noi abbiamo tirato dritto mentre il nostro compagno ha deviato per chissà dove, oppure ha imboccato una via senza uscita, lasciandoci in eredità i suoi ricordi. Un tempo questa persona abitava stanze in cui sono ancora presenti cassettoni e specchi, lampadari, vetrine e magari un orologio fuori moda, le cui lancette sono bloccate sull’ora di un giorno che non sappiamo; tutto quel che resta, ciò che ha lasciato indietro, è anche espressione di ciò che ha vissuto. Merce preziosa, utile per arricchire i ricordi destinati alla penna dello scrittore fantasma!

Questi oggetti hanno una voce, le cerniere arrugginite, qualche sfriso, rughe d’espressione dovute all’usura, e una memoria che permette loro di rivendicare con dignità di essere stati desiderati e scelti con cura e attenzione, tanto tempo addietro. Magari il comò e la specchiera sono stati acquistati con sacrificio facendo ricorso a una lunga dilazione, infatti una volta usava pagare sottoscrivendo pile di cambiali, le chiamavano anche farfalle, oggi sostituite da comode rate senza poesia.

Tutto questo per dire che di recente mi è capitato di aiutare una persona a me molto cara impegnata a svuotare la casa di famiglia; un compito malinconico che si vorrebbe sempre rimandare e una volta che ci sei dentro, non vedi l’ora di concludere.

Qui alcuni mobili mi hanno svelato i loro ricordi, almeno in parte. Ho scoperto che il legno mormora innocui segreti, il cristallo mette in mostra pensieri trasparenti, le chiavi di ottone aprono cassetti che nascondono reperti sconosciuti. Non mi erano mai piaciuti quei mobili, alcuni vintage, altri rétro e ingombranti per giunta! Eppure… mi hanno lusingato in ogni modo per convincermi a non abbandonarli a un destino incerto; alla fine l’hanno spuntata perfino contro il parere del legittimo proprietario che se ne voleva disfare.

Cristina Di Napoli_interno 78

Però così com’erano, bui e cupi e tristi, proprio non li potevo digerire quindi abbiamo fatto un patto: li avrei resi più leggeri, adatti a entrare in nuovi ricordi in formazione dentro un presente più solare, nonostante tutto. Per intenderci, usando una brutta parola, li avrei rinfrescati secondo il mio gusto e gli avrei fatto cambiare aria traslocandoli dentro un diverso scenario.

E così è andata. Dal buio alla luce, da una casa a un’altra, gli arredi cambiano di mano e stratificano memorie antiche, nuove e in divenire. Adesso, anche grazie all’aiuto di Cristina Di Napoli, bravissima artista nel dare nuovo smalto a ciò che è vecchio e nell’arte del decoro, pochi pezzi con un bel po’ di storia mi seguono, pronti a caricarsi di nuovi ricordi, i miei, che si stanno già formando nel presente. Finché dura.

Interno78 ha sede a Gaggiano, vicinissimo a Milano. Oltre a far rivivere  i vecchi mobili utilizzando diverse tecniche, Cristina Di Napoli realizza anche originali trompe-l’œil, dipinge tende che diventano preziosi pezzi unici e rinnova lampadari vintage inventando soluzioni inedite e tanto altro.
Immagine d’apertura: una sua realizzazione su muro;
a sx Cristina con un orologio a pendolo in origine in noce, ancora in corso di lavorazione;
a dx un vecchio cassettone prima e dopo l’intervento di Cristina, un dettaglio dello stesso e altri pezzi trasformati.

Grazie, Cristina!

 

 

 

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