Vi piace Leonardo DiCaprio?

A me sì. E tanto.

È un uomo affascinante e un ottimo attore, anzi eccellente. Ha una fisicità imperfetta che lo rende attraente in modo speciale, infatti non ha i tratti plasticosi di certi elementi che in alcuni casi somigliano più a un Big Jim a grandezza naturale che a una persona in carne e ossa. Alcune volte si lascia ritrarre in mise trasandate e non teme di mostrare un po’ di pancetta che lascia intuire una certa propensione per la buona cucina. Tuttavia quel che mi conquista di DiCaprio sopra ogni cosa è il brillio ironico che colgo sempre in fondo ai suoi occhi; mi sono fatta l’idea che sia uno che sa ridere di sé e degli altri, che guarda alla vita con un certo distacco ed è consapevole della sua bravura e della sua fortuna, ma senza ostentazione. Il suo talento è tale che parecchi registi famosi, quali Spielberg, Scorsese, Eastwood, Nolan, Ridley Scott, Woody Allen e Tarantino solo per citarne alcuni, l’hanno voluto come interprete nei loro film. Nella sua lunga carriera DiCaprio ha saputo imparare dai suoi errori, ha fatto scelte coraggiose e, a quanto sembra, non dettate dal mero tornaconto; è diventato una Star planetaria, ha avuto cinque nomination agli Oscar come miglior attore, ma ha vinto la magica statuetta una sola volta, nel 2015, con The Revenant di Inarritu. Oggi è un convinto ambientalista.

Tutto questo per dire che una settimana fa, in una ventosissima giornata di sole di quelle che solo la Costa Azzurra sa regalare, mi sono imbattuta nel divino Leonardo, anche se nella versione d’inchiostro e cartone, e non ho resistito all’idea di fare una foto con lui.

Chissà, magari prima o poi avrà bisogno di una ghostwriter italiana e allora…

 

N.B. Dalla Treccani a proposito del termine Stupidera (accento sulla e, pronunciata chiusa): ha un posto stabile soltanto nello Zingarelli, a partire dall’edizione del 2009. Questo è, secondo lo Zingarelli, il significato della gustosa parola d’àmbito locale, locale nonostante compaia nel titolo italiano di un romanzo di Jean Paul, L’età della stupidera, come ricorda giustamente il nostro lettore: «Manifestazione ripetuta di immaturità, specialmente con atti o discorsi sciocchi e superficiali, tipica dell’adolescenza». Datazione della prima comparsa: 1974.

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