L’intera Italia è rossa, ovvero è ad alto rischio di contagio per il Covid-19. La situazione è grave, gli ospedali sono in forte difficoltà, il Coronavirus galoppa, l’economia sprofonda e molti, credo la maggior parte delle persone, vivono cercando di limitare i contatti non necessari, costruiscono una nuova routine nel tempo sospeso tra un notiziario e l’altro.

L’intera Italia è rossa anche per la vergogna indotta dai comportamenti di quelli che “chissenefrega io torno a casa e magari contagio la mamma, o il nonno, o mio cugino ma io torno a casa, perché ho paura“.

In questi giorni le immagini dei telegiornali ci hanno mostrato prima i video della gente che arrancava tirandosi dietro i trolley sulle scale mobili della stazione centrale di Milano, poi ci hanno fornito le cronache di chi è fuggito in auto, qualcuno perfino in taxi per un Milano-Roma da milleduecento euro. In seguito ci è toccato assistere alla notte romana in cui le file serrate di coppie pronte ad assaltare i Supermercati h24 ospitavano anche presenze famose: Fernando Llorente e José Callejon, David Ospina a quanto pare sono tre artisti del pallone. Ho letto con sgomento dei deficienti che cercavano di andare in vacanza in Spagna e delle ragazze che sui social si sono vantate di essere fuggite dalla zona rossa in barba ai divieti.

Questi sono gli italioti che restano sempre simili a se stessi e penso che andrebbero sanzionati pesantemente. Non è sufficiente una multa di 206 Euro con la minaccia di tre mesi di carcere che forse in pochi sconteranno. Per punire costoro non sarebbe sufficiente neppure una sanzione pecuniaria pesante e l’obbligo di prestare un anno di lavoro a tempo pieno per servizi di utilità sociale. Non mi do pace se penso che magari questi personaggi ora sono “sicuri nelle loro tiepide case“.

Come intendono giustificarsi con i medici, gli infermieri e tutto il personale che è in trincea a combattere la guerra al Coronavirus? Cosa diranno ai malati oncologici cui è stato spiegato che avrebbero sospeso le terapie a causa dell’emergenza? E alle persone che non possono essere operate perché le sale operatorie sono state trasformate in terapie intensive? A quelli che avevano un esame da fare che gli creava ansia e che è saltato? Alle donne che sono costrette a partorire da sole, senza nessuno accanto per precauzione? L’elenco potrebbe proseguire e non ci possiamo dimenticare di coloro che non ce la fanno e soccombono.

Possibile che il senso di responsabilità per molti sia un’astrazione?

Sto ripensando al mio modo di affrontare la vita, a certe debolezze che pure sono di tanti. Devo imparare dai miei errori e devo cambiare da subito perché, in un certo modo e comunque vada, il tempo è scaduto per tutti. Questa tragica epidemia sta portando una rivoluzione. Probabilmente ne usciremo più maturi, saremo più responsabili verso gli altri, verso il mondo, più attenti e rispettosi, almeno questo è quello che mi auguro. Certo saremo pesantemente ridimensionati dal punto di vista economico, ma ci rimboccheremo le maniche, studieremo, impareremo nuovi mestieri, lavoreremo. E ci impegneremo a non lasciare spazio ai virus e a certi parassiti.

#iorestoacasa #coronavirus

Foto di Gerd Altamann da Pixabay

 

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