Ho appena finito di leggere l’articolo de Il Post che racconta di Mohammed Aisha, un marinaio siriano obbligato a trascorrere quattro anni su una nave mercantile abbandonata nel golfo di Suez, così come lo stesso Mohammed, nominato guardiano legale della sua nave da un tribunale e lasciato senza risorse in un limbo privo perfino di energia elettrica e di acqua. È una vicenda tanto dolorosa quanto singolare che mi ha fatto pensare. Come spiega bene l’articolo non è così insolito che delle grandi navi vengano lasciate al loro destino e che questo accada senza che l’equipaggio possa dimettersi, o rinunciare all’incarico.

Le storie di mare mi hanno sempre affascinato e la vicenda di Mohammed Aisha mi ha riportato indietro di diversi anni, al tempo in cui scrivevo un romanzo autobiografico con protagonista un marinaio, un personaggio straordinario sia per il portato della sua narrazione sia sotto l’aspetto umano. Considero una delle mie più grandi fortune avere incontrato quel narratore, essere stata la sua ghostwriter, avere navigato con lui ripercorrendo le vicende della sua esistenza, un viaggio incredibile per tutti e due in cui abbiamo molto sofferto nel riportare alla luce la storia e ci siamo anche divertiti parecchio.

Sempre sull’onda dei fatti che riguardano Mohammed Aisha, mi sono ricordato di un altro romanzo, Marinai perduti di Jean-Claude Izzo (1945 – 2000), un grande scrittore francese tra l’altro caposcuola del “Noir mediterraneo”. Il libro racconta le vicende di tre uomini di mare e della loro nave, l’Aldebaran, una vecchia carretta abbandonata nel porto di Marsiglia a causa del fallimento dell’armatore. I tre sono costretti a un’immobilità forzata, terribile per dei marinai, che però consente alle loro storie di emergere e di fondersi l’una con l’altra.

Marinai perduti è, tra quelli di Jean-Claude Izzo, il romanzo del Mediterraneo. Innanzitutto per i personaggi: il libanese Abdul Aziz, comandante di una nave condannata al disarmo; il greco Diamantis, suo secondo a bordo e poeta; il turco Nedim; le donne: Céphée, Melina, Aysel, Amina, Mariette, Gaby, Lalla… amate, perse e cercate nei porti del nostro mare. Poi c’è Marsiglia, città di esuli, di meticci, dove ogni incontro è possibile. C’è la luce del Mediterraneo, la sua storia, le leggende, i miti, la tragedia. È il mare che intreccia i destini di questi personaggi.

Solo i greci, pensa Diamantis, avevano tante parole per definirlo: “Hals, il sale, il mare in quanto materia. Pelagos, la distesa d’acqua, il mare come visione, spettacolo. Pontos, il mare spazio e via di comunicazione. Thalassa, il mare in quanto evento. Kolpos, lo spazio marittimo che abbraccia la riva, il golfo o la baia…”.

Oltre che di Marinai perduti, di Izzo consiglio la lettura della trilogia marsigliese che ha come protagonista Fabio Montale, alter ego di Izzo stesso, composta da Casino totale, Chourmo, Solea. Dello stesso autore sono imperdibili anche Il sole dei morenti e la raccolta di scritti inediti Aglio, menta e basilico.

Rimetto a posto i libri di Izzo che ho fotografato per questo articolo. È ora di pranzo, fuori dalla finestra c’è un cielo senza gioia eppure io sono passata dal golfo di Suez al Pacifico, per poi tornare nel nostro Mediterraneo. Quasi sento l’odore del sole, il sale sulla pelle. Ho ancora in mano Marinai Perduti e prima di riporlo nella libreria, rileggo l’incipit.

“Marsiglia quel mattino aveva colori del mare del Nord. Diamantis trangugiò in fretta un Nescafé nella sala comune deserta. Poi scese sul ponte fischiettando Besame mucho, il motivo che più spesso gli tornava in mente. Anche l’unico che sapesse fischiare. Tirò fuori una Camel da un pacchetto stropicciato, l’accese e si appoggiò al parapetto. A Diamantis quel tempo non spiaceva. Non quel giorno lì, per lo meno. Si era svegliato con un umore già impiastrato di grigio”.

Sorrido, sono sul ponte dell’Aldebaran con Diamantis, continuo a leggere e sto con lui ancora un po’. Tra poco tornerò a navigare tra le pagine del libro che sto scrivendo, la storia è ancora in alto mare.

Marsiglia J.C.Izzo

 

Marsiglia, immagine dal Web

 

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