C’è stato un incidente diplomatico lunedì ad Ankara, in Turchia, durante un incontro ufficiale fra Unione Europea e il governo turco: la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen è rimasta da sola in piedi, senza sedia, davanti al presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e al presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. Loro, comodamente seduti, non hanno fatto un plissé.

Ursula Von der LeyenSi è trattato di uno sgarbo istituzionale all’Europa, dell’ennesimo richiamo sessista, della ovvia espressione del metodo dittatoriale e, non ultimo, di un gesto di profonda maleducazione. Ci sono anche da valutare altri aspetti che si colgono sul filo di certe sfumature, come i dettagli tra protocollo e prassi; per chi voglia approfondire consiglio un articolo de Il Post che illustra il caso con chiarezza. Detto ciò abbiamo visto tutti come è andata a finire: dopo un momento di iniziale sconcerto, Von der Leyen si è accomodata sul divano in evidente posizione subalterna.

Avrebbe potuto gestire la situazione in maniera diversa? Non lo so, non dispongo degli strumenti per esprimere un giudizio su Von der Leyen in quanto rappresentante dell’Europa, tuttavia rappresenta anche le donne e a me dispiace che non abbia reagito in modo da sottolineare lo sgarbo tanto più che, regole a parte, i potenti della terra in altre occasioni si sono comportati diversamente. Qui, davanti a un dittatore e a uno zotico, Von der Leyen ha agito come tutte quelle donne che, costrette in una posizione subalterna, su uno scomodo pouf, sulla sedia in fondo al tavolo, o in cucina, abbozzano.

Ho fatto un breve sondaggio tra le amiche che lavorano in ambienti popolati per lo più da uomini; la maggior parte sopporta con pazienza i piccoli soprusi, le scortesie per evitare guai peggiori, mobbing, ritorsioni, o al minimo situazioni ancora più faticose di quelle che già devono affrontare. Una di loro ridendo mi ha detto: “Anche se abbiamo conquistato discrete posizioni, alla fine in ufficio noi siamo sempre considerate le Sciacque!” Nel gergo aziendale una Sciacqua è una sciacquetta adulta, una mediocre soprattutto in quanto donna. E queste sono le stesse donne che lavorano sempre più degli uomini, spesso meglio di loro, sono intelligenti, sensibili, anche creative, eppure sono ancora compiacenti e remissive per il quieto vivere.

So bene che la ribellione è faticosa, l’ho provato infinite volte, ma trovo più faticoso lasciarsi vivere e qui non mi permetto di fare riferimento alla gestione di situazioni al limite, in cui occorre confrontarsi con una violenza che lascia il segno, mi riferisco al piano del quotidiano, a ciò che affrontiamo a casa, in ufficio, o sulla metro, o comunque nel contesto di un rapporto in cui loro, gli uomini (non tutti sia chiaro), pensano ancora di avere il diritto di prevalere. Allora ognuna si faccia valere, non sia indifferente ai movimenti nati a tutela delle donne, agli impulsi di un nuovo corso che ci riguarda tutte, anche chi tutto sommato vive in una situazione di privilegio, infatti chi si chiama fuori esprime comunque la propria debolezza accettando di essere umiliata.

Cominciamo a esigere il dovuto rispetto in qualsiasi occasione, ripartiamo dalle basi, dall’educazione, perché la forma è sempre sostanza.
La maleducazione è arrivata molto in alto. La nostra freddezza li ha lasciati lavorare. Adesso la ribellione spetta a noi. Non si era mai visto nella storia: la rivoluzione degli educati”. Franca Valeri

Immagine in apertura: Amedeo Bocchi, Nel parco, 1919. Olio su tela. Galleria d’Arte Moderna, Roma

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