È struggente e pare scritta per il nostro incerto presente questa poesia di Vittorio Sereni dedicata al mese di settembre visto dalla sua Luino, sul lago Maggiore.
La ascolto mentre guido per andare al mio lago che è un altro, quello di Como, ma non fa differenza.
La sintesi del Poeta è perfetta per qualsiasi bacino lacustre che ormai rabbrividisce al calare delle prime brume e ritira le acque lasciando rive e spiagge scoperte ed esposti i rifiuti e i rottami disseminati dalla mano dell’uomo. L’amaro rimpianto per l’estate che declina e si spegne dispersa dal vento è intriso di un’inquietudine impossibile da risolvere. L’onda placida “che rotola minuta” non basta però a indurre quella tranquillità che vorremmo ritrovare. Non credo che saremo più sicuri di noi andando incontro alla morte; resta un auspicio, ma è più un mistero.

Settembre

Già l’olea fragrante nei giardini
d’amarezza ci punge: il lago un poco
si ritira da noi, scopre una spiaggia
d’aride cose,
di remi infranti, di reti strappate.
E il vento che illumina le vigne
già volge ai giorni fermi queste plaghe
da una dubbiosa brulicante estate.
Nella morte già certa
cammineremo con più coraggio,
andremo a lento guado coi cani
nell’onda che rotola minuta.

Vittorio Sereni, da “Frontiera” (1941)

 

 

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