La presentazione di “Qualcosa Nascosto” al Salone di Torino era in programma per domenica 22 giugno alle 13. È andata molto bene, ma raggiungere la fiera non è stata una passeggiata. Intanto sono sopravvissuta a un ritardo di ben quarantacinque minuti del Frecciarossa; il treno sarebbe dovuto partire da Milano con destinazione Torino alle 10,02. A un certo punto ho telefonato a Marco Bagliano, il mio coautore: “Marco c’è un ritardo, Trenitalia dice che ci sono degli estranei che ostruiscono le rotaie. No, non sono aspiranti suicidi, credo che siano dei manifestanti. C’è il caso che Marina Gersony e io non si riesca ad arrivare in tempo all’evento. Preparati all’ipotesi di presentarti e raccontare del libro da solo”, ho concluso con una risata😁. Lui non ha riso, è rimasto in silenzio per un minuto, sembrava fosse caduta la linea, poi è tornato all’aplomb abituale. Del resto Marco ha per natura, e per lavoro, la capacità di trovare una soluzione praticabile in qualsiasi circostanza, anche quelle più critiche e definitive, per così dire.
Finalmente il treno si è staccato dalla banchina, lo ha fatto un’ora dopo il previsto; fin lì ero stressata, ma ancora in me. Arrivate a Porta Susa, al cambio per la fermata di Lingotto, Marina e io siamo state investite da un’onda di calore che ci ha quasi portate al punto di fusione. Qualcuno potrebbe chiedersi quale sia l’aspetto di una ghost(writer) liquefatta: ne sono uscita devastata. La temperatura è andata aumentando mentre superavamo la coda per esibire i pass all’ingresso e poi attraversavamo la fiera per arrivare nei pressi della sala Avorio, quella in cui si sarebbe tenuta la presentazione. Mentre tagliavo la folla, densa e più o meno variamente mascherinata, sentivo la vampa imprigionarmi in una pellicola trasparente e spessa al punto da risultare asfissiante. Arrivata a destinazione sembravo un bignè guasto e c’è voluto parecchio impegno per tentare di recuperare un aspetto accettabile. Che rabbia! E pensare che la mattina mi ero sottoposta al delirio di perdere mezz’ora stando immobile, e rilassata 😳, in compagnia di due patch contorno occhi. Mi ero costretta a tale strazio, un’iniziativa per me inusuale, con la speranza di ottenere un ringiovanimento della durata di una manciata di ore – massima spesa per massima resa – un’illusione evaporata per effetto dell’afa e per colpa delle Ferrovie dello stato.
Comunque siamo arrivate in tempo per presentare il romanzo “Qualcosa nascosto“. Ad accoglierci abbiamo trovato Marco e la sua famiglia, Agnese Manni, l’editore, e un sacco di altra bella gente, alcuni amici, oltre a un nutrito pubblico di sconosciuti lettori, incuriositi dal libro. Sono loro, i lettori appassionati quelli cui vanno i più sentiti ringraziamenti e a loro dedichiamo il nostro impegno.