Più o meno un anno fa avevo scritto un post che iniziava così: “Per guardare il mondo negli occhi ho bisogno delle lenti a contatto e di diverse paia di occhiali, per giunta di cognome faccio De Ciechi…” Nel seguito mi prendevo un po’ in giro descrivendo il mio disagio, comunque relativo, e lamentando la carenza e la scarsa disponibilità di testi cartacei pensati per facilitare la lettura non solo a chi come me con qualche ausilio se la cava ancora bene, ma soprattutto alle persone che possono contare al massimo su un residuo di vista e tuttavia amano la carta. I non vedenti e gli ipovendenti hanno la possibilità di fare ricorso ai libri pensati per la lettura agevolata e agli ebook accessibili, dotati della possibilità di ingrandire i caratteri e di regolare il contrasto tra testo e sfondo; a tali supporti di lettura si aggiungono gli audiolibri e gli strumenti di sintesi vocale che leggono i testi digitali “ad alta voce”.
Ora scopro che le persone cieche o ipovedenti leggono di più dei cosiddetti normodotati. Secondo un recente articolo del Post – lo trovate qui – “Nel 2021 le persone che in Italia hanno letto almeno un libro sono state il 40,8 per cento della popolazione che sa leggere, secondo i dati dell’Istat, quindi meno della metà. È un dato che fa una certa impressione se confrontato con quello delle persone cieche e ipovedenti che leggono almeno un libro all’anno: secondo un’indagine condotta una decina di anni fa, la percentuale sale al 59,1 per cento”. Incredibile, vero?
Oggi ci sono più modalità di lettura praticabili dalle persone cieche e ipovedenti oltre a quelle già note. Per esempio, il braille, utilizzabile attraverso il tatto, ha cambiato metodo di fruizione. Cito sempre dal Post: “… esistono degli speciali terminali braille: sono dispositivi elettro-meccanici simili a tastiere che si possono collegare a computer, tablet e smartphone, e che convertono i file di testo digitali – anche le pagine di siti internet come questa – in caratteri braille”. Tali terminali sono relativamente facili da usare, hanno costi accessibili e ciò ne ha favorito la diffusione. Essi permettono una lettura molto più veloce di quella concessa dal braille cartaceo anche se “La lettura in braille è probabilmente quella che si avvicina di più alla lettura con gli occhi delle persone vedenti, in termini di immersione nel testo, ma è più lenta”.
Dunque è possibile aprire gli occhi su nuovi mondi attraverso la lettura anche se si è ciechi o ipovedenti. Allo stesso modo sono tanti quelli che, pur dotati delle canoniche dieci diottrie, continuano a navigare nel buio.
Per saperne di più:
Come leggono le persone che non vedono
https://www.fondazionelia.org/
Biblioteca Italiana per i Ciechi Regina Margherita Onlus
Vita da GhostWriter: la De Ciechi, nomen omen!
Immagine d’apertura: foto di Sincerely Media su Unsplash – Cit. Helen Keller