Ho appena visto il videoclip di Abban-dono, la nuova canzone interpretata da Mina, di cui sono autori Daniele Magro e Saturnino Celani, realizzato dallo IULM AI Lab, il laboratorio di Intelligenza Artificiale dell’Università IULM di Milano. Abban-dono fa parte del nuovo album dell’artista, intitolato “Dilettevoli Eccedenze 2“.

La voce di Mina (classe 1940) è uno strappo all’indietro, al tempo irripetibile dei miei anni belli, mentre il video che l’accompagna è un riuscitissimo esempio di come la creatività umana possa utilizzare con profitto gli strumenti messi a disposizione dell’intelligenza artificiale per raccontarci qualcosa di diverso. Qui ci restituisce una carrellata di situazioni in cui Mina è protagonista e interprete non solo della sua canzone ma anche della rivisitazione della storia dell’arte. Lo fa nelle vesti di visitatrice di un museo immaginario, una donna matura chiusa in un lungo impermeabile nero su cui spicca la chioma bianca, la famosa treccia arrotolata; il viso è il suo, sempre chiuso nel mistero degli onnipresenti occhiali neri. La storia inizia con una tigre, anch’essa imbiancata, che occupa da padrona la piazza del Duomo di Cremona, la città della cantante che per la sua grinta e la voce potente meritò appunto l’appellativo di Tigre di Cremona. Nel cambio di scena, entriamo con lei in questo futuristico museo dove sono esposti tanti capolavori famosi, a partire dalla Gioconda di Leonardo, reinventati con il volto della cantante nelle diverse età.

C’è tutto di Mina in questo video che parla in modo speciale a quelli come me che, per ragioni anagrafiche, hanno goduto delle sue canzoni come colonna sonora della vita. Che nostalgia!

È confortante comunque constatare che un uso sapiente delle IA può riportare il passato al presente e conservarlo per il futuro in una forma che senz’altro esprime bellezza. Domani commenteremo un uso improprio, dannoso, magari perfino funesto, di queste stesse intelligenze, del resto non viviamo nel migliore dei mondi possibili, ma ora non ci voglio pensare.

Scrivo, ascolto Mina. Mi basta.

Per saperne di più:

minamazzini.it

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