Gli anni Sessanta? Ero una bambina, ho un ricordo impreciso di certi avvenimenti che forse si sono fissati nella mia memoria perché mentre crescevo ascoltavo le chiacchiere degli adulti: i confronti e le discussioni sui grandi eventi di politica e di cronaca di cui non capivo niente alla pari con i pettegolezzi sui divi del momento, per poi appassionarmi alla musica, alle canzonette e ai cappelloni, a mano a mano che diventavo adolescente. Di quegli anni difficili e meravigliosi, come di altri che ora sono storia recente, conservo un sentimento di profonda nostalgia; il confronto con il disperato presente in cui viviamo è comunque impietoso.

Di quel periodo parla il libro di cui è autore Enrico Deaglio con la collaborazione di Ivan Carozzi.

C’era una volta in Italia –  Gli anni sessanta edito da Feltrinelli è il primo volume di una storia d’Italia proposta attraverso le cronache costruite sulla base di tante testimonianze ricche di riflessioni e supportate da parecchio materiale fotografico che racconta di come il Paese sia arrivata a cambiare pelle nel segno della modernità. Gli italiani hanno assorbito quel tempo canticchiando le canzoni di moda, ragionando di quel che accadeva nella politica, o dei fatti di cronaca riportati dai giornali di carta e dalla televisione e poi c’era il cinema che iniziava a proporre certe pellicole scandalose, per esempio La Dolce Vita. Tutto accadeva nel pieno del Boom, il miracolo economico che ha cambiato la vita di tanti e ha spinto al culmine le migrazioni dal Sud al Nord. La Chiesa e la politica facevano resistenza al vento nuovo che spirava deciso mentre diversi personaggi straordinari segnavano il decennio, tra questi spiccano Adriano Olivetti con il suo sogno della fabbrica a misura d’uomo ed Enrico Mattei, il sognatore dell’autonomia energetica. Deaglio ha cura di inanellare anche una sequenza straordinaria di fatti in apparenza meno importanti, ma sostanziali per delineare quel decennio, come i cantanti e le canzoni più in voga, certe vicende di costume, gli scrittori e i libri che ebbero un peso particolare.

Riguardo a questo libro ho letto un’interessante articolo uscito sul Tascabile, lo trovate qui. Nicolò Porcelluzzi intervista Enrico Deaglio  e a un certo punto gli chiede che idea abbia del futuro del nostro Paese. Trovo la risposta di Deaglio terribile ancor più perché condivido la sua opinione, infatti dice: “Non credo che il nostro paese abbia un gran futuro, l’ha dissipato molto tempo fa, con allegria spensierata e crudele. Ha distrutto, per futili motivi e per egoismo, la fiducia nella democrazia”.

Dalla quarta di copertina di C’era una volta in Italia –  Gli anni sessanta:

Se c’eravate, vi ritroverete.
Se non c’eravate, vi verrà voglia di saperne di più.

Se vi siete dimenticati, vi torneranno in mente tante cose.
Erano i favolosi anni sessanta.

 

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