Scrivere, fare ricerche per un libro, a volte mi porta a imbattermi in vecchi ricordi. Oggi sono inciampata in un film che ho visto moltissimi anni fa, di cui è protagonista un Johnny Depp quasi irriconoscibile. Si tratta di Blow, uscito nel 2001, che prende spunto da una storia vera in cui il giovane George Jung, stanco di vivere in una famiglia povera ma onesta e di vedere suo padre trattato come una marionetta dalla madre, si trasferisce in California tra surfisti e hostess. Con la fidanzata Barbara e l’amico Derek comincia un traffico di marijuana che lo fa finire nel mirino della polizia. Il ragazzo sembra al sicuro, ma la madre lo denuncia e lui finisce in prigione. Barbara muore di una malattia che teneva nascosta e George, che la considerava l’affetto più importante della sua vita, cade più in basso di prima. In cella conosce Diego che, appena uscito, lo fa socio di un traffico di cocaina dalla Colombia a Hollywood e poi fino alla East Coast. Ricchissimo, deposita tutti i suoi averi in una banca colombiana, sposa la bella Mirtha e diventa padre di Kristina. Più si va in alto però, più la caduta è violenta: Diego lo taglia fuori dal giro; la banca, che non era affidabile, gli fa sparire i soldi; Mirtha se ne va con la bambina, e George finisce di nuovo in carcere. Uscitone, tenta di recuperare il rapporto con la figlia, ma proprio mentre sembra riuscirvi, ricade nel giro e questa volta viene condannato all’ergastolo. A quanto ho letto dovrebbe avere finito di scontare la pena nel 2015.

Forse il film non è un capolavoro, ma il monologo in cui Johnny Depp (George Jung) lascia il suo “Messaggio al padre” contiene una vita ed è senz’altro notevole. Qui di seguito vi propongo il testo:

Ciao, papà…sai, mi ricordo una vita fa…quando ero poco più alto di un metro, pesavo al massimo trenta chili, ma ero ancora tuo figlio. Quei sabati mattina che andavo a lavorare col mio papà e salivo su quel grande camion verde. Mi sembrava che quello fosse il camion più grande dell’universo, papà. Mi ricordo quant’era importante il lavoro che facevamo..e che, se non era per noi, la gente sarebbe morta di freddo. Per me tu eri l’uomo più forte del mondo, papà. Ti ricordi quei filmini quando mamma si vestiva come Loretta Young? E i gelati, le partite di football, Wayne e Tonno? Il giorno che partii per la California per poi tornare a casa con l’FBI che mi dava la caccia, e quell’agente dell’FBI che dovette mettersi in ginocchio per mettermi le scarpe, e tu dicesti “Quello è il tuo posto figlio di puttana: ad allacciare le scarpe a George”. Quella si che fu bella… Fu veramente speciale. Ricordi, papà? E quella volta che mi dicesti che i soldi non sono la realtà? Beh, vecchio mio, oggi ho quarantedue anni, e alla fine ho capito quello che tentavi di dirmi… tanti anni fa… ora finalmente l’ho capito… Sei il migliore, papà. Avrei solo voluto fare di più per te. Avrei voluto avere più tempo… Comunque… Che tu possa avere il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle… Ti voglio bene, papà. Un bacio. George”.

Blow, USA 2001 – Regia: Ted Demme con Johnny Depp e Penélope Cruz

 

 

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