Il fenomeno ancora sconosciuto da noi, propone un modo di bere alternativo, senza alcol, e si sta diffondendo tra i giovani under 25 dall’Australia agli Stati Uniti, coinvolgendo alcune tra le più importanti capitali europee. La cosa ha a che vedere anche con la scrittura. A Londra, per esempio, è d’uso ritrovarsi per bere cocktail rigorosamente analcolici nel corso di eventi legati alla musica e alla scrittura creativa. A New York gli incontri hanno per oggetto anche improvvisazioni teatrali ed esiste perfino una App per sober community cui hanno già aderito più di un migliaio di utenti – Fonte http://bit.ly/1fRBaxU. Di certo questa pare essere una buona notizia, tuttavia non riesco a immaginare i modi e i tempi che potrebbero essere necessari affinché questa tendenza si affermi anche in Italia. A dirla tutta sono anche molto dubbiosa sulla consistenza, almeno in termini percentuali di questa moda, nelle città in cui pare essersi già affermata. Dopo avere scritto La regola dell’eccesso con Renato Tormenta, uno di noi che si è perso sulla strada delle dipendenze, compreso quella dell’alcol, sono piuttosto scettica sulla portata del fenomeno. Ammesso che non sia la solita bufala di fine estate, mi pare abbia comunque le caratteristiche del gioco riservato a gruppi ristretti. Chissà, forse in futuro mi potrebbe capitare di scrivere la autobiografia romanzata di un sobrio.

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