Una sedicente agenzia letteraria/service editoriale/editore/ ha deciso di aggiungere alla propria offerta anche il servizio di ghostwriting e ha fatto copia e incolla sul suo sito di un testo preso da una pagina del mio. Il fatto che siano costretti a copiare la dice lunga sulla loro totale incapacità di redigere un testo semplice, corretto e di senso compiuto, in quanto poi a fare gli scrittori fantasma… Aggiungo solo questo: l’imbecillità del soggetto è tale che un link all’interno del testo rimanda comunque al mio sito www.iltuoghostwriter.it. Com’è ovvio subiranno le conseguenze legali del caso.
Questo episodio mi ha fatto riflettere su un fenomeno che da alcuni mesi è sempre più evidente: il ghost writer è di moda. La schiera degli aspiranti ghost writer sta crescendo a vista d’occhio, lo vedo dai risultati delle ricerche in rete, dove molte persone, giornalisti, service editoriali e pure alcuni editori ora offrono il ghostwriting. A parte coloro che hanno pieno titolo per svolgere tale attività, ciascuno nel proprio ambito di specializzazione, riscontro che sono sempre più numerose le e-mail che ricevo da soggetti di ogni età che dichiarano di avere esperienza di scrittura e mi chiedono consigli su “come si fa il ghost writer”.
Credo che in alcuni l’interesse per questo lavoro sia genuino, in qualche caso è dettato dal fascino indotto dal famoso film The ghost writer diretto da Roman Polański o, in qualche raro esempio, dalla lettura di Open, l’autobiografia di Andre Agassi scritta da J. R. Moehringer, giornalista premio Pulitzer e scrittore ombra del tennista. Per altri, invece, rappresenta una facile scorciatoia per aggiungere una competenza, un servizio alla propria offerta, per vantare un titolo che invece proprio non possono avere la pretesa di fare proprio. C’è chi pensa che fare il ghostwriter possa essere un modo facile per portare a casa dei soldi. Certo quello dello scrittore ombra è un mestiere, in alcuni casi è anche una vocazione. Ognuno deve trovare il proprio modo d’essere scrittore fantasma e a quello adattarsi con onestà. Alcuni sono animati dal sacro fuoco della scrittura e dalle migliori intenzioni, altri sono solo dei perditempo. Certo un’eccellente scrittura è la base per questo lavoro, ma non basta, lo sanno bene i colleghi ghost writer professionisti, e non sono molti, a pieno titolo veri scrittori fantasma, penne rodate dall’esperienza. Lo deve capire anche chi ha in testa l’idea e nel cuore il desiderio di affidarsi a uno scrittore per raccontare la storia di una vita, memorie, ricordi ed emozioni, lacrime e risate. È un’impresa importante, un’avventura che lascia il segno. Ci vuole cautela. Attenzione, quindi, ai ghost writer patacca.

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