Vi propongo una delle mie storie sparse, l’avevo dimenticata in un cartella di file mooolto remota. Mi ricordo che lo spunto mi era venuto proprio da quello che ora è il titolo. Tutto era partito da Stamattina piove, grandina e tira vento. Deve essere passato un secolo da quando l’ho scritta. Oggi il cielo è grigio, quindi per restare in tema…

Stamattina piove, grandina e tira vento.
Impossibile andare là.
Beh, forse impossibile no, ma l’umidità aumenta la ruggine nelle mie vecchie giunture. Poi là c’è la Carla, per vederla voglio il sole e sentirmi un leone. O almeno un cane di razza, magari un cirneco o un levriero, ma niente di meno.
Fuori c’è la bufera, l’umidità mi ha increspato i capelli, ho tutto il pelo arruffato e si sa, solo le ragazze con i capelli lisci sono bon-ton. Le altre no.
Ma guarda che occhiaie, che dramma. Dai mettiamo una crema, questa qui che mi ha consigliato… la Carla. Mmmhh, ho anche la lingua patinata, un alito fetente. Ieri sera ho mangiato solo cetrioli. Magari adesso mi peso. Meglio di no, non facciamoci ancora più male!
E se facessi uno sforzo e andassi lo stesso? L’occasione è speciale. Ho lo spolverino nuovo da mostrare, un saldo tutto buon gusto ed eleganza senza tempo, come dicono per indurti a comprare? Andrà bene per diverse stagioni, ma poi ti stufi e lo cambi lo stesso. Le scarpe? No, le scarpe giuste non le ho; avevo già deciso per un mezzo tacco, comodo, aperte in punta che siamo in estate anche se fuori diluvia. Sì, le avevo viste nel negozio in piazza: color tortora, scollo adeguato per chi ha alto il collo del piede, pianta larga anche se pare sfilata, danno tregua alla cipolla. Ma ero in giro con solo cinque euro in tasca. Ho pensato: “Ripasserò”. Poi è scoppiato il caldo, impossibile uscire!
Ora non posso andare con le scarpe sbroccate e non c’è da pensare agli stivali di gomma, non si fa.
Con la Carla ho sempre parlato di tutto e glielo dicevo: «Che mania quella di essere sempre presente alle mostre, a quel tè o al burraco e financo alla scala quaranta che non ci gioca più nessuno». Ma guai a perdere qualcosa e insisteva, insisteva finché io cedevo e andavo con lei.
Ieri mi sono impuntata sul ritiro della tessera anziani over 70. «No» ho detto. «Non vengo. Non sono mica matta, con quest’afa! Lo dicono i medici: noi dobbiamo restare in casa, al riparo». Lei non mi ha dato retta. Cocciuta, ha messo il muso. È uscita da sola e per giunta a mezzogiorno, quando il sole picchiava di più. Si è sentita male appena fuori casa, i vicini hanno chiamato i soccorsi, ma quando è arrivata all’ospedale era già morta, la Carla. Ora è nella camera ardente. Le ho fatto portare il tailleur blu, il cappello con la veletta e il rossetto rosa corallo. Chissà come sta bene! Mi manca la Carla, ma stamattina piove, grandina e tira il vento. Impossibile andare là.

© 2014 Susanna De Ciechi – Tutti i diritti riservati all’Autore

Immagine dal web

Share: