Il ghostwriter ama vivere pericolosamente, se non fosse così farebbe un altro mestiere. La regola non è generale, la maggior parte degli scrittori fantasma scrive cronache destinate a celebrare classiche storie di famiglia o i percorsi tumultuosi di qualche capitano d’azienda. Questi libri verranno stampati e distribuiti in occasione di un anniversario particolarmente importante, magari durante un ricevimento, a una ristretta rosa di persone. Anch’io ho cominciato così, molti anni fa, ma la mia scrittura stava stretta nei confini della narrazione richiesta da questo tipo di storie. A me piace scrivere in forma di romanzo, di memoir e, per fortuna, mi sono imbattuta in narratori che avevano come obiettivo di ricavare un romanzo dal loro vissuto o dallo sviluppo di una loro idea di base. Una serie di incontri fortunati ha indirizzato la mia carriera di scrittrice e la mia vita su un percorso diverso da quello che avevo immaginato. Parecchi dei libri che ho scritto sono stati pubblicati, alcuni con il mio nome in chiaro.
Ora, più la storia è avventurosa più stuzzica la mia curiosità; anche un narratore particolarmente complicato suscita il mio interesse e se scatta tra noi il giusto feeling, il gioco è fatto: lavoreremo insieme. Per me avere a disposizione del buon materiale su cui lavorare è una gioia, anzi una festa. A volte il confronto con il narratore, seguito da un poderoso lavoro di ricerca e approfondimento, non è sufficiente per consentirmi di scrivere con cognizione di causa di temi che non conosco e sono lontani dal mio sentire. In questi casi, per fare bene il mio mestiere di ghost writer, devo mettermi in gioco, affrontare nuove esperienze, visitare luoghi insoliti, raccogliere testimonianze che possono riservare qualche inaspettata sorpresa. Avrei molte storie da raccontare in proposito, ma uno scrittore fantasma non può svelare nulla che possa ledere la privacy dei suoi narratori. Tuttavia voglio mettere sull’avviso gli aspiranti ghost che magari hanno in progetto di tentare la scrittura di un romanzo autobiografico: fate molta attenzione a come gestite i personaggi della storia su cui lavorate. Di solito costoro sono quasi tutti viventi, parenti, amici o nemici del narratore, il protagonista del libro. Dovrete usare particolari accortezze per inserirli nella storia, per tutelare sia voi che il vostro narratore, inoltre sarà opportuno che vi mettiate al riparo da qualsiasi tipo di rivalsa prevedendo apposite clausole nel contratto che avrete cura di far stilare da un legale specializzato. Altrimenti rischierete qualcosa di peggio di Lucy che minaccia di tirare un calcio alla ciotola di  Snoopy.

Immagine dal web: Snoopy non conosce i trucchi del ghostwriter.

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