Per un ghostwriter certe letture sono dovute. A questa categoria appartengono le oltre cinquecento pagine di Scene di vita di provincia che riunisce i tre romanzi in cui Coetzee racconta la storia della sua vita, scegliendo di farlo in terza persona. In Infanzia narra del periodo in Sudafrica, i rapporti non facili con la famiglia, la scuola, lo spaesamento per il difficile riconoscimento della propria identità in un contesto difficile, contrassegnato dal razzismo. La parte autobiografica relativa a Gioventù si svolge in Inghilterra, dove Coetzee approda dopo avere lasciato la sua terra d’origine. Siamo negli anni Sessanta e ben presto egli scopre di essersi illuso; le aspettive che aveva riguardo la sua nuova esistenza non sono destinate a realizzarsi, la vita è molto difficile lontanissima da ciò che aveva sognato.  Tempo d’estate racconta la maturità cambiando registro rispetto ai primi due romanzi; la narrazione, collocata negli anni Settanta, avviene attraverso le interviste immaginarie alle donne che hanno conosciuto Coetzee che nel libro si immagina morto. Attraverso le loro voci l’autore propone un ritratto che gli è sfavorevole, ma forse questo libro è il meno autobiografico dei tre e il più romanzato. Qui offre il ritratto di un uomo solo che vive in povertà con l’anziano padre malato, cosa che non corrisponde a verità poiché all’epoca viveva con moglie e figli. Dunque tutto è illusione ed è impossibile distinguere ciò che prende spunto dalla realtà e ciò che è solo pura finzione. Coetzee resta in disparte, volutamente avvolto nel mistero. Lettura molto interessante, ma non facilissima. Di sicuro preferisco Coetzee nelle vesti di autore di Vergogna.

La citazione:
“... in cuor suo sa che il destino non lo visiterà, se lui non farà in modo che ciò avvenga. Deve mettersi a tavolino e scrivere, è l’unico modo. Ma non può cominciare a scrivere finchè non arriva il momento giusto; e per quanto si prepari con scrupolo – sgombrando il tavolo, sistemando la lampada, tirando una riga di margine lungo la pagina bianca, stando a occhi chiusi, svuotando la mente, pronto -, nonostante tutto questo, le parole non vengono. O meglio, gli vengono molte parole, ma non quelle giuste, la frase subio riconoscibile dal suo peso, dalla sua compostezza ed equilibrio, la frase del destino. Odia misurarsi con la pagina bianca, lo odia al punto che comincia a evitarlo“.

Scene di vita di provincia.
Infanzia-Gioventù-Tempo d’estate di J.M.Coetzee
pag.568 – Einaudi 2016
Traduzione di Franca Cavagnoli
Traduzione di Maria Baiocchi

La storia:
Un ragazzino cerca una via di fuga da un padre ordinario, da una madre troppo amata, dai turbamenti di un’infanzia già guasta. Dieci anni dopo, quel ragazzino è un giudizioso studente universitario di matematica che coltiva un’ambizione segreta: vivere un’esistenza consacrata alla scrittura, lontano dall’inferno del Sudafrica e dalla vergogna di essere bianco. Giunto in Inghilterra, deve però scendere a patti con la realtà. L’Europa degli anni Sessanta non è un posto facile dove sopravvivere. Alla fine il ragazzino è riuscito a diventare uno scrittore, un Premio Nobel, una personalità degna di rispetto. Ma sarà davvero cosí? Un grande scrittore scrive sempre una sola, inesauribile, storia: la propria. E quella di J. M. Coetzee è racchiusa in questi tre romanzi, scritti con un’abilità e un’esattezza implacabili, che lasciano senza fiato.

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