Ho letto gran parte dei libri scritti da Doris Lessing, premio Nobel per la letteratura nel 2007, e conoscevo già la sua passione per i gatti, ma non avevo ancora letto il suo Gatti molto speciali, un romanzo breve pubblicato in lingua originale nel 1967. La prima edizione italiana risale al 1990, l’ultima ristampa è del 2008. Incontriamo spesso gli animali – domestici, selvatici, fantastici – nei libri della Lessing talvolta perfino nel ruolo di protagonisti delle sue storie e, per quanto io ricordi, la scrittrice ha sempre riconosciuto loro una dignità speciale. In questa bellissima raccolta di figure di gatti, soprattutto gatte a dire il vero, Doris Lessing racconta un po’ di sé svelandoci la natura del rapporto che la lega ai gatti, una relazione in cui subisce felicemente la fascinazione che queste bestie, meticci che nascono sempre da amori di strada, esercitano su di lei. La sua capacità di osservazione, il suo cercare di entrare nella logica gattesca sono straordinari come pure lil modo in cui interagisce con loro.
Doris Lessing gattiLa scrittura asciutta, offre descrizioni che in poche righe fotografano il gatto anche nell’anima: “Gatta grigia, perfetta, regale; gatta grigia con tracce di leopardo e di serpente; con cenni di farfalla e di gufo; leone in miniatura con artigli d’acciaio per uccidere, gatta grigia piena di segreti, di affinità, di misteri…“. Altre volte la Lessing ci permette di sederci accanto a lei, magari fuori, in veranda, e restare a osservare l’espressione del suo amore per il gatto di turno, un amore cui lei si abbandonava con evidente piacere: “... di proposito, si accucciava e mi seduceva con lo sguardo. Io fissavo quegli occhi a forma di mandorla contornati da un sottile tratto di matita scura, attorno al quale si inarcava un secondo tratto color crema. Sotto ciascuno di essi, una pennellata più scura. Verdi, occhi verdi che nell’ombra si facevano oro scuro, fumoso: una gatta dagli occhi scuri…“.
Il ricordo del primo gatto che la scrittrice aveva incontrato da piccola, a tre anni quando con la famiglia viveva in Persia, è sempre sullo sfondo della narrazione, un primo amore indimenticato che segnerà la sua vita aprendo alla particolare relazione con i gatti comuni, così speciali. A loro dedicherà molto del suo tempo salvandoli dalla strada, curandoli, amandoli con rispetto. Ci saranno anche occasioni in cui assisterà a eventi orribili o sarà costretta a fare cose che le ripugnano e che fanno inorridire quelli tra noi che amano gli animali. Ma la vita è bene e male e viviamo cercando di mantenere un equilibrio che, a volte, il momento e le circostanze, ci portano a tradire. Lo sa bene Doris Lessing che conclude dicendo: “Quando si conoscono i gatti, quando si è passata una vita insieme ai gatti, quel che rimane è un fondo di sofferenza, un sentimento del tutto diverso da quello che si deve agli umani: un misto di dolore per la loro incapacità di difendersi, e di senso di colpa a nome di tutti noi“.

Un grazie speciale alla mia amica, ed editor, Nicoletta Molinari, gattara doc, che mi ha fatto conoscere questo libro.

Gatti molto speciali di Doris Lessing
Baldini Castoldi dalai, 2004
pag.167 – traduzione e postfazione di Maria Antonietta Saracino

Immagini dal web – Il ritratto di Doris Lessing è di Michael Harding

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