Per il comparto culturale, e quindi anche per il mercato librario, la pandemia è una malattia gravissima e ha già cominciato a mietere le prime vittime.
Cito da Robinson, l’inserto culturale di Repubblica: “Secondo le stime Nielsen il mercato dell’editoria varia (fiction e non fiction) in librerie, store online e grande distribuzione organizzata dal primo gennaio fino al 3 maggio di quest’anno ha avuto una perdita netta di 90,3 milioni di euro. Considerando anche le vendite fuori dai canali rilevati dagli istituti di ricerca (cartolibrerie, vendite dirette, fiere, librerie specialistiche e universitarie) la perdita sale a circa 134 milioni di euro, alla quale va aggiunto il blocco delle novità. Dal 16 marzo al 3 maggio gli editori distribuiti dai maggiori gruppi nazionali hanno congelato il 91,1 per cento delle uscite, mentre la produzione degli ebook è aumentata del 28,6 per cento”.
Il nostro Paese, già collocato nella parte finale della classifica del tasso di lettura in Europa, vede stravolti in negativo i dati di fatturato di editori e librerie fisiche con un recupero delle librerie online che forse potrebbe portare uno stabile cambiamento delle abitudini d’acquisto, ma questo è tutto da vedere.
Al momento è ancora difficile formulare qualsiasi ipotesi, fare previsioni sul futuro riguardo a quello che accadrà nel mondo dei libri. Ci saranno molti cambiamenti, di alcuni possiamo già intravedere i segnali, ma niente è ancora certo salvo che tutti stiamo cambiando le nostre abitudini e stiamo rivedendo le nostre priorità secondo necessità.
A chi finora ha letto poco o niente, o non ha mai sfogliato un libro pur sognando di scriverne uno, regalo una citazione di Francis de Croisset quanto mai adatta ai tempi che stiamo vivendo.
“La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno”.
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