Fuori è buio, un buio fitto tagliato solo dal riflesso di rare luci ancora accese dietro qualche finestra. È tardi, a quest’ora non sono molti i nottambuli che vagano tra le pareti di appartamenti diventati prigioni. Io però ho altro per la testa. Sono nel mio studio, davanti al computer, e per l’ennesima volta apro un file per cominciare a scrivere un libro e già digito il titolo provvisorio, pensato da tempo.

Anche se ormai non conto più le volte in cui mi sono trovata ad affrontare un nuovo inizio, l’eccitazione che avverto è sempre intensa, simile a un’inquietudine felice in cui riconosco la smania di calarmi in un’avventura non priva di rischi che di sicuro mi condurrà a una scoperta. Quale? Per svelare l’arcano dovrò aspettare parecchio, e con me il mio narratore, infatti ci vorrà tutto il tempo che occorre per arrivare a scrivere fino all’ultima pagina.

Prima di avviare questo nuovo progetto di scrittura ho avuto modo di conoscere il mio narratore; egli ha condiviso con me le sue esperienze, la sua versione dei fatti e, come accade talvolta, insieme abbiamo esplorato un livello di complessità che ci ha portato dove non ci aspettavamo di andare. Nel tempo che ho dedicato ad ascoltarlo ho accumulato centinaia di cartelle di appunti, ho fatto molte ricerche su diversi argomenti di cui dovrò trattare e ora non vedo l’ora di cominciare la prima stesura di quella che sono convinta sia una buona storia. Come si dice, “non sto più nella pelle” perché sono entrata nella sua, di pelle, quella del narratore. Credo che in qualche modo lui si sia accorto dell’intrusione; avverte la mia ombra al suo fianco, ne è perfino un po’ turbato. Ho già disegnato l’architettura del suo romanzo autobiografico, ma non so se in corso d’opera resteremo fedeli all’idea iniziale o cambieremo rotta, come talvolta accade. Dipende da chi e cosa incontreremo lungo il viaggio.

Quel che so è che ho per le mani una buona storia e alle buone storie e alla scrittura occorre portare rispetto. Con passione e dedizione, il narratore ed io la stiamo scrivendo da quando abbiamo iniziato a conversare. Il risultato della condivisione di tanto lavoro sarà un’autobiografia che, seppure romanzata, è sempre la storia del narratore, i fatti sono di chi racconta. Allo stesso modo, la stessa storia scritta nel libro ispirato al suo racconto è una versione unica e originale di una nuova verità filtrata ed elaborata sulla base del materiale di narrazione cui chi scrive ha avuto accesso. Questa storia appartiene allo scrittore perché sua è la scrittura. Il mistero delle vite che si intrecciano, sia fuori e dentro la narrazione sia nel libro, resta inviolato. Ogni parola è vera, ogni pagina è veritiera.

 

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Foto di Pexels da Pixabay

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