L’autobiografia, ancorché autobiografia su commissione, è un caso particolare di biografia in cui la vita che si racconta è quella dell’autore e non di un terzo. Quando parlo del mio lavoro di ghostwriter, spesso c’è qualcuno che sottolinea la differenza: “Se tu scrivi della vita di un altro, scrivi la sua biografia e non l’autobiografia, come sostieni”.  L’obiezione non è del tutto infondata in linea teorica, in pratica io sostengo che attraverso la mia speciale modalità di lavoro, il “mio” ghostwriting, realizzo insieme ai miei narratori, coloro che mi raccontano di sé, la loro autobiografia e non la biografia (fatta da un terzo). Questa non è una regola generale e non vale per tutti i ghost writer che si cimentano nel raccontare le storie di vita di altri, ciascuno ha un proprio metodo. Di certo posso confermare che vale per me, per il modo particolare in cui gestisco la mia mediazione. Per la persona che vuole raccontarsi, scrivere un romanzo autobiografico significa consegnarsi al potere della scrittura, per svelare e chiarire, anche a se stesso, la struttura della propria identità in una forma nuova. Tanto più se questo atto viene mediato da un terzo, lo scrittore fantasma.  Chi racconta la storia, il narratore, va indietro nella memoria, ripercorre l’intera vita, io la esploro con lui, ma procedendo in avanti, infatti, per me è un’esperienza nuova. Il nodo cruciale è riuscire a entrare in sintonia. Il narratore deve sentire di potersi fidare di me tanto da affidarmi la sua vita senza reticenze. Io non giudico mai, mi immedesimo. È un’esperienza molto particolare per tutti e due. Più è profonda, più sarà facile per me scrivere per il mio narratore. Per questo, prima di cominciare a lavorare insieme, dobbiamo cercare di capire se tra noi potrà esserci il giusto feeling per intraprendere un’impresa del genere. A me devono piacere il narratore, ma anche la storia. In caso contrario non sarò io lo scrittore fantasma per quella persona.
Questa modalità di scrittura complica il romanzo autobiografico più per la fusione letteraria tra verità e immaginazione, elemento funzionale alla redazione di un romanzo/memoir, che per una voluta “influenza” dello scrittore fantasma. In un certo modo nel libro costruito a quattro mani, narratore e ghost writer divengono un unico soggetto, a conferma del fatto che ciò che viene realizzato è una autobiografia romanzata. Il risultato di questo lavoro va sempre oltre il libro per incidere in modo significativo sia su chi è protagonista della storia sia su chi la scrive, reinventandola in modo fedele alla realtà, Il risultato è un testo che ambisce alla letteratura e racconta una verità conosciuta e interpretata in modo nuovo.

 

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