La giornata era iniziata come al solito: caffé doppio, Oro Saiwa con sopra un velo di marmellata all’arancia, passeggiatina con il cane e poi subito davanti al computer. Sono uno scrittore fantasma molto abitudinario, la mattina sbircio cosa è successo sui social, aggiorno sito e blog, programmo la spalmatura dei post, controllo la posta, il pomeriggio e la sera sono dedicati alla scrittura e ai colloqui con i miei narratori. Tutto regolare fino a qualche giorno fa, quando poco dopo le dieci , senza alcun preavviso, ho avvertito un dolore alla spalla e all’avambraccio. Non un doloretto, un male terribile! Adesso che ci penso, avrei anche potuto ipotizzare un infarto; forse non l’ho fatto perché ho letto che per noi donne arriva in punta di piedi, senza sintomi clamorosi. Gli uomini, invece, lamentano un gran male, sono più scenografici, anche ipocondriaci, e hanno anche una soglia di sopportazione del dolore parecchio bassa. Io non ho mai sofferto di dolori e il potente fastidio alla spalla e al braccio mi ha spiazzato. Ho cercato una pomata, ma il mio cassetto dei medicinali è una pena: due aspirine, un termometro, il collirio e la tachipirina, il resto sono tutti farmaci per la mia cagnona che ormai ha il corrispondente di centodieci anni, si comporta come mio suocero e mi costa una fortuna in cure e veterinario. Mentre frugavo tra l’antibiotico per uso pet, le gocce per la stimolazione cerebrale, il cortisone e il gastro-protettore, tutta roba sua, la pelosa mi guardava con aria perplessa. Io mi tenevo il braccio e mugolavo a  ogni movimento, lei forse temeva che rubassi qualche suo farmaco. In fondo si tratta sempre di roba da mangiare.
Alla fine sono stata costretta a rivolgermi al medico. Il dottore ha diagnosticato un’infiammazione dovuta ad abuso di computer: troppe ore e in una postura scorretta hanno ridotto la ghost writer a mal partito. Mi ha dato una cura e soprattutto l’ordine di stare qualche giorno a riposo. Giuro che ci ho provato, ho cambiato la routine, ho aumentato le ore di lettura, sono passata al riordino di carte ed archivi usando l’altra mano, sono uscita a passeggiare e anche in macchina. Questa non è stata un’idea furba, visto che non riuscivo a cambiare e ho anche corso qualche rischio. Adesso sono qui, di nuovo davanti al computer, schiava della mia dipendenza. Scrivo  con la sinistra, sono lenta, mi sto annoiando e poi il lavoro si accumula, ho un sacco di cose da fare. Braccio e spalla vanno un po’ meglio e mi sono abituata a manovrare da mancina. Non è così male, con un po’ di allenamento ce la posso fare.

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