Sto lavorando per mettere a punto due nuove pagine di questo sito che andranno a collocarsi nelle sezione libri. Vuol dire che a brevissimo usciranno due nuovi volumi con il mio nome in copertina. Uno di questi, il titolo è La bambina con il fucile, l’ho scritto lavorando come ghost writer. Rivestire il ruolo di scrittore fantasma mi offre il piacere, spesso sofferto, di notti su notti passate a scrivere immersa nel buio, con solo la luce della lampada da tavolo a rischiarare la tastiera del computer, una colonna sonora di sottofondo scelta secondo l’ispirazione del momento e la tazzina di caffé sempre pronta. Una scenografia in cui sperimento vite che non mi appartengono, ma rivivranno nelle pagine di un libro. Ogni volta che arrivo all’ultima pagina, si compie una magia. La soddisfazione più grande però, il vero piacere, è tuffarsi in una storia che, parola su parola, prende forma ed è ancora più bello che il racconto sia vero. Incontrare una persona che mi racconta di sé, mi regala i suoi ricordi, mi svela pensieri ed emozioni, e trasferire la narrazione secondo i miei canoni in un romanzo, questa sì che è un’emozione davvero forte, qualcosa che resta per sempre, almeno per me.

Da qualche parte in questo sito è riportata una citazione della grande Ágota Kristóf che dice: “Sono convinto… che ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e per nient’altro. Un libro geniale o un libro mediocre, non importa, ma colui che non scriverà niente è un essere perduto,  non ha fatto altro che passare sulla terra senza lasciare traccia”. Ebbene, se è vero che tutti i miei narratori sono un po’ narcisi, spero mi perdoneranno questa affermazione, è anche vero che i ghost writer, almeno quelli che lavorano con il mio spirito, sono un po’ megalomani. Ma che importa? Quel che conta è il risultato, la qualità del libro, le riflessioni che induce, l’intreccio di sensazioni e sentimenti che suscita e quel legame speciale che resta, perché resta sempre e per sempre, tra il narratore e il ghost writer. Una relazione che è come un nido cui uno dei due ogni tanto torna e, se è fortunato, anche a distanza di molto tempo può di nuovo incontrare l’altro.

Immagine dal web.

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