Di recente Libreriamo ha pubblicato un articolo in cui elenca i tredici lavori da fare se sei un appassionato di libri; ha messo in fila il bibliotecario, l’editore, l’archivista, l’agente letterario, il book scout, il traduttore, lo scrittore, il blogger, il correttore di bozze, il designer, il narratore di audiolibri, il libraio e l’insegnante di lettere. Su alcuni dei mestieri in elenco messi in relazione alla passione per i libri ci sarebbe da dire, tuttavia il dato più importante che mi preme sottolineare è che nella lista manca il ghost writer, una figura che ha origini antichissime. Infatti, oggi gli scrittori fantasma svolgono un lavoro di pubblica utilità; se già gli scaffali delle librerie e le piattaforme online sono piene di libri insulsi e pure scritti male, senza gli scrittori fantasma, intendo quelli veri non gli improvvisati, la situazione sarebbe ancora più critica. Dunque, a tutela della categoria, assumo il ruolo di “avvocato del diavolo dei ghostwriter” e rivendico un posto al sole, di diritto.
Tra l’altro ho appena scoperto che L’avvocato del diavolo, il film del 1997 diretto da Taylor Hackford interpretato da Al Pacino e Keanu Reeves, è tratto dall’omonimo romanzo di Andrew Neiderman, uno scrittore statunitense diventato il ghostwriter della romanziera Virginia Andrews, dopo la sua morte nel 1986. Nel film  Al Pacino interpreta il ruolo di John Milton con evidente riferimento all’autore del poema Paradiso perduto. La citazione  “Vanità, decisamente il mio peccato preferito” di John Milton / Al Pacino, ha molto a che fare con una parte di coloro che si servono dell’opera dei ghost writer.

Già che ci siamo godiamoci l’inquietante “monologo su Dio” di quel mostro di bravuta che è Al Pacino.
“Per chi è che ti incolli tutti quei mattoni, si può sapere? Dio? È così? Dio… Beh Kevin, ti voglio dare una piccola informazione confidenziale a proposito di Dio. A Dio piace guardare. È un guardone giocherellone, riflettici un po’… Lui dà all’uomo gli istinti. Ti concede questo straordinario dono e poi che cosa fa? Te lo giuro che lo fa per il suo puro divertimento… Per farsi il suo bravo, cosmico spot pubblicitario del film. Fissa le regole in contraddizione, una stronzata universale. Guarda ma non toccare, tocca ma non gustare, gusta ma non inghiottire. E mentre tu saltelli da un piede all’altro lui che cosa fa? Se ne sta lì a sbellicarsi dalle matte risate! Perché è un moralista! È un gran sadico!
È un padrone assenteista, ecco che cos’è! E uno dovrebbe adorarlo? No, mai!”
“Meglio regnare all’Inferno che servire in Paradiso, non è così?”
“Perché no? Io sto qui col naso ben ficcato nella terra e ci sto fin dall’inizio dei tempi. Ho coltivato ogni sensazione che l’uomo è stato creato per provare! A me interessava quello che l’uomo desiderava e non l’ho mai giudicato! E sai perché? Perché io non l’ho mai rifiutato, nonostante la sua maledetta imperfezione. Io sono un fanatico dell’uomo! Sono un umanista…
Probabilmente l’ultimo degli umanisti… Chi sano di mente, Kevin, potrebbe mai negare che il XX° secolo è stato interamente mio? Tutto quanto Kevin! Ogni cosa! Tutto mio! Sono all’apice, Kevin. È il mio tempo questo. È il nostro tempo…”

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