Usare l’espressione “Che palle!” non è elegante per una ghostwriter non più green quale sono io, ma esprime esattamente la mia scontentezza, il mio disagio di oggi. Il problema deriva dal mio rapporto con alcuni Social. In particolare uno, quello che in questi giorni è sulla bocca di tutti. Insomma, Mr. Zucchetto ne ha combinata una anche a me.

Osservare il rituale dello “stare sui Social” quando si è animali sociali di tipo tradizionale, di quelli che amano incontrare le persone, perdersi in lunghe conversazioni con gli amici magari bevendo un buon caffé, o intorno a un tavolo a pranzo o a cena, sta diventando sempre più faticoso. Bisogna seguire i cambiamenti che avvengono ogni giorno su ciascuna piattaforma e documentarsi sulle conseguenze delle modifiche agli algoritmi; è necessario essere attenti alle novità e lasciar perdere senza rimpianti ciò cui eravamo abituati, e magari ci piaceva, ma non funziona più. Tutto ciò richiede concentrazione e un notevole dispendio di tempo. Troppo, almeno per me.

L’origine del cattivo umore deriva dall’ennesimo intoppo su cui mi sono incarognita per seguire la mia idea di promuovere un post dedicato agli scrittori interessati a conoscere i segreti del mestiere di ghostwriter (se qualcuno di voi ha l’ambizione di diventare uno scrittore fantasma legga qui http://bit.ly/2tWMOUU).  Il testo corredato da un’immagine era online in promo dalla scorsa settimana e solo oggi Zucchetto lo ha giudicato non conforme. Per farmelo sapere mi ha inviato una notifica: la mia inserzione “non raggiunge il numero di persone previsto perché l’immagine contiene del testo“. In passato avrebbe avuto un comportamento più lineare e non mi avrebbe permesso di avviare l’inserzione, un suo diritto. Invece, così mi ha tolto dal borsellino qualche euro in cambio di un servizio a metà che, a mio avviso, deriva da un modo improprio di informare sulle caratterisiche delle inserzioni. Un trascurabile, piccolissimo imbroglio che non merita attenzione nell’elenco degli scandali che vedono al centro Facebook e che comunque mi ha fatto riflettere.

Zucchetto è nella posizione di fare e disfare le regole a suo piacimento e, per come si comporta, penso gli stia bene quello che gli sta capitando. Da un po’ di tempo ho una voglia matta di mollarlo e ho già cominciato a prestargli meno attenzioni anche se mi dispiace perchè Facebook mi ha permesso di entrare in relazione con persone simpatiche, intelligenti con cui in alcuni casi sono arrivata a condividere una conoscenza diretta offline che manterrò. Ma riguardo al mio post non è finita: anche Google+ ha fatto storie per la prima volta in tanti anni e non mi ha permesso di pubblicare perché ha ritenuto il mio contenuto non idoneo. Pensare che lì ci vado per inerzia, è un Social vitale come un camposanto ma pare serva al Re Seo, almeno così mi suggeriscono i ragazzi che seguono le mie ardite strategia online.

Insomma, ora è guerra. Sto curva sulla tastiera e procedo a zig zag, cercando di schivare gli ostacoli. Come alleati ho ancora Twitter, Linkedin e Instagram, A dire il vero non sono certa del senso di stare su Instagram: posto le foto che mi piacciono e metto i like sulla base dello stesso criterio. Odio perdere tempo sulle Storie, la maggior parte sono brutte, molte sono noiose e tante sono registrate con tempi sbagliati; non riesco a leggere i testi che scorrono troppo veloci.

Quanto tempo sto perdendo? Andare a zig zag significa seguire una la linea che procede spezzandosi verso direzioni opposte o divergenti formando una serie di angoli: la figura della lettera «z» è una specie di zigzag. E allora? Stare su Facebook sta diventando noioso come fissare la sabbia che scorre tra le dita: ormai è raro trovarci dentro qualcosa che valga la pena.

Basta, sono stufa, mi devo distrarre. Lascio la postazione di lavoro e lancio un fischio alla mia similjackrussell: finisco a gattonare inseguendo Tina, la GhostTina e la sua amica Kelly e questa sì che è tutta vita. Ci rincorriamo, ovviamente zigzagando, e penso: se per farla a Zucchetto provassi a sponsorizzare questo post? Certo che alla fine ho tirato fuori un bel pensiero storto!

 

Immagine Sabrina Ghini

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