L’altro sera ho ricevuto una e-mail che, in realtà, non era destinata a me. La persona che l’aveva inviata per errore, una mia cara amica di lunga data, è una donna vivace, per temperamento un po’ sognatrice, curiosa, intelligente, aperta alle novità e talentuosa. È anche molto distratta e per questo non mi ha stupito che, magari soprappensiero, avesse digitato il mio nome nel campo del destinatario.

Avevamo appena finito di cenare io, Tina e il sant’uomo che bada da sempre a noi due, e ci eravamo stravaccati sul divano in attesa di Piazzapulita su La7. Sì, è vero, di solito la sera mi dedico a scrivere il libro che ho in corso, ma da quando l’Italia è entrata in coma, due volte la settimana guardo anch’io la televisione, il martedì Floris e il giovedì Formigli, poi dormo male, è chiaro. Mi libererò di questa dipendenza non appena usciremo dal pantano in cui stiamo sprofondando oppure, e qui faccio gli scongiuri, quando andremo in default, nel momento in cui dovrò abbandonare un sacco di abitudini consolidate che non potrò più soddisfare, compresa quella del gelato al cocco.

ghostwriterComunque eravamo lì tutti e tre, in piena pausa pubblicitaria, in attesa del primo ospite della serata; mi era sfuggito chi sarebbe stato il politico di turno perché avevo iniziato a leggere la e-mail che, con tutta evidenza, era destinata al medico personale della mia amica. Le prime righe mi hanno lasciata attonita: “Buongiorno dottoressa, abbiamo fatto tutto (i giochini che ci ha consigliato, i momenti condivisi, ecc), aspettavamo solo di avere superato il mese di Anxitane per entrambi per vedere se ci sarebbero state delle differenze“. Qui mi sono fermata. Caspita! La mia amica e il marito stavano comunicando al loro medico l’andamento di una terapia di coppia, evidentemente in corso.

In effetti, l’ultima volta che ci eravamo incontrati per una cena, avevo notato l’espressione stanca del nostro amico, ma l’avevo attribuita a una giornata pesante sul lavoro; del resto gli anni avanzano per tutti, tuttavia a parte la stanchezza lui mi era sembrato pimpante, tonico, in forma, tutto sommato. Cosa poteva essere accaduto tra quei due che sono sposati neppure da troppi anni? Mi ero soffermata a riflettere mentre il display del cellulare sfumava al nero: io e il sant’uomo che stava spantegato sul divano con indosso la Tina ci bazzichiamo da quarantasei anni, quarantuno di regolare unione, eppure nonostante gli alti e i bassi siamo sempre insieme e non posso dire di trovarmi male. Allora cos’era andato storto alla nostra coppia di amici? E poi un po’ mi rodeva che lei non mi avesse mai accennato niente, tra noi c’è sempre stata confidenza, un bel rapporto chiaro!

Stavo riflettento quando era entrato nello studio di Piazzapulita, quel tale, Di Maio, rappresentante della categoria di quelli che non hanno mai combinato niente di buono a scuola e, in coerenza con le tendenze mostrate all’asilo, non hanno neppure mai provato a lavorare seriamente; ce ne sono tanti come lui in giro, tutti sversati nella politica. Lui è uno che è andato fino in Cina a vendere le arance, “per via aerea”, ai cinesi che si chiamano Ping, senza sapere che la Cina è il paese di origine dell’arancia ed è diventata anche uno dei principali produttori di arance, addirittura della varietà siciliana Tarocco. Ogni volta che lo sento parlare mi prende il nervoso per la palese e totale incompetenza che sciorina senza vergogna e avverto forte il peso dell’impotenza di tanti italiani che vorrebbero evitare guai peggiori di quelli che già ci toccano.

Il concetto di impotenza mi ha ricordato che non avevo finito di leggere la e-mail; forse sarebbe stato più corretto buttarla nel cestino, ma si sa, la curiosità uccise il gatto.

La e-mail continuava così: “Purtroppo Cargo è ancora incredibilmente ostile verso il piccolo (che nel frattempo è arrivato a 3 kg, ma è sempre un pigmeo rispetto all’altro). Sono ancora separati, con tutta una serie di complicazioni logistiche per noi e di privazioni per il piccolo, in quanto alla sera lo chiudiamo in studio per permettere agli altri di entrare nella zona notte e adesso comincia a risentirne (piange). Ieri sera mio marito mi ha detto: senti, lasciamo aperto e se la sbrigano tra di loro, se no non ne usciamo più… tempo cinque minuti e li  avevamo gia separati (che significa mettere in sicurezza il piccolo). Se ritiene di fare un salto da noi per rendersi conto di persona e pensa ci sia la possibilità di mettere in campo altre risorse, la aspettiamo. Mi faccia sapere”.

Come sempre avevo fatto galoppare la fantasia e mi ero fatta un film da sola. La mia amica e suo marito non avevano alcun problema di coppia, piuttosto erano ancora nel mezzo di una pesante querelle tra i loro gatti: due micione pacifiche oltre a Cargo, il bellicoso micio titolare di casa, e il nuovo arrivato, un mostrino tutto nero per cui stravedono.  Meglio così, ho pensato, prima o poi i felini troveranno un punto d’incontro. Mi ero allungata per carezzare Tina che ronfava e nello stesso momento era terminata l’intervista, elusiva e inutile, di Di Maio che a ogni chiamata ripete sempre gli stessi slogan evitando di rispondere a qualsiasi domanda. Del resto per com’è lui, è difficile che impari; è destinato a restare l’asino che si fa fregare dal suo finto amico, il bue. Identici agli altri due, il gatto e la volpe, ricordate?
Beh, tra le e-mail sbagliate, i gatti, le crisi di coppia in politica, non c’è scelta: tiriamo avanti fino alla prossima tranvata.

 

Immagine dal web: Carl Kahler (1855-1906) Gli amanti di mia moglie, olio su tela, 177,8 x 258,4 cm
La foto di Tina che dorme l’ho fatta io, ovvio. Ci voleva, per chiarezza, in mezzo a tutti questi gatti.

 

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