Ho conosciuto Patrizia Puleio qualche anno fa, il nostro è stato un incontro di penna poiché risale al tempo in cui ambedue frequentavamo un circolo letterario molto ruspante. Allora non avrei mai immaginato…
Ho scoperto per caso questo piccolo, prezioso libro, Aglio, menta e basilico di Jean-Claude Izzo, uscito dopo la sua morte. Di Izzo, l’inventore del noir mediterraneo, mi sono piaciuti moltissimo la trilogia di Fabio Montale…
Si intitola Da una notte all’altra, passeggiando tra i libri in attesa dell’alba ed è il libro di Carlo Fruttero, edito da Mondadori dopo la sua morte. Si tratta di un piccolo volume elegante nel formato e prezioso nel contenuto…
La magia di un balletto, L’après-midi d’un faune su musica di Debussy, l’amore per una donna immortalata in un dipinto che cattura “l’attimo rapito di un movimento dinamico, come quando ti passa di fianco una persona tra la folla”, sono i protagonisti di un romanzo di formazione che prende dalla prima all’ultima pagina.
L’attimo bianco, di Filippo Nativo, autore italo-canadese al suo esordio, rievoca il ricordo di un’adolescenza vissuta un po’ fuori dagli schemi, in un ambiente familiare variegato in cui ciascuno pare assorto in se stesso all’interno di un moto circolare chiuso al mondo ordinario. E dunque è in un contesto straordinario, tra frequentazioni di “ballerine, scenografi, artisti, pittori, sarti e saltimbanchi” e parenti distratti che il giovane protagonista de L’attimo bianco vive il punto di svolta della sua adolescenza, attraverso Manuèl, un ex ballerino argentino approdato in Italia e divenuto pittore. Nell’arco di una manciata di ore che affondano nella notte, Manuèl, di solito scontroso e riservato, racconta al giovane amico la storia del suo amore per Marìa, rompendo il cerchio della sua solitudine, per poi scomparire. Quell’amore, vissuto dall’ex ballerino come una dannazione, segnerà per sempre il ragazzo che a sua volta farà di Marìa il suo amore ideale, quello che terrà solo per sé e con cui le donne che incontrerà nel corso della vita non potranno mai competere. Sullo sfondo la splendida estate toscana, le musiche di Debussy e la storia di un balletto che a suo tempo fece scandalo. Da gustare soli, come soli si legge, insieme al libro perché: “Manuèl, era stato proprio lui a insegnarmi che, testuali parole: “La solitudine è proprietà privata”.
https://youtu.be/jVpJCKspArk
Una giovane dello Sri Lanka, una tamil nata negli Stati Uniti, scava nella memoria della famiglia per ritrovare le proprie origini e racconta la storia di due mondi divisi da una diversa concezione di vita. Infatti, Yalini, la voce narrante, non riesce a vivere del tutto l’America come “il suo posto”, piuttosto è attirata dalle origini di un Paese di cui sa poco, dalle tradizioni di una terra dove le famiglie ancora oggi spesso si formano sulla base di matrimoni combinati per convenienza, ma in cui spesso non mancano amore e rispetto. Scopre e incrocia parenti lontani nel tempo, alcuni già scomparsi, personaggi a tutto tondo che raccontano un mondo che va dissolvendosi e poi la cugina, Janani, una giovane legata alle tradizioni che ha combattuto nella guerra civile fra i cingalesi e la minoranza tamil, lei figlia di Kumaran, militante nell’esercito di liberazione dei Tamil Ealam. I riti, le contrapposizioni razziali, la guerra, lo tsunami, le fughe e i ritorni, c’è questo ed altro in Amori e foglie di tè (Garzanti, 2010), il romanzo d’esordio di V.V.Ganeshananthan, intenso e ancora più interessante, almeno per me, perché scritto nella chiave del romanzo autobiografico.
Il saggio di Mario Bonanno ripercorre l’Italia dei cantautori dal 1988 al 2013, cui molti di noi sono legati. Come dice lo stesso autore, “La musica è finita. Quello che resta della canzone d’autore” (Stampa alternativa, 2015), “è una specie di rewind. Un nastro che si srotola a ritroso nel tempo e nello spazio, nel senso che fa il punto su trent’anni di storie, tracce, temi, incroci personali con la canzone d’autore italiana. Spero non suoni come passatista, e nemmeno come un libro pretenzioso: per libere associazioni e altrettanto libere divagazioni ho provato a raccontare in questo modo un po’ del nostro tempo migliore. Il tempo in cui le parole dentro ai dischi contavano, suonavano, cantavano a dovere. Ed erano fosforo e sale della terra. Frame sparpagliati di teorie e prassi della canzone d’autore che c’era una volta e che oggi non c’è più.” Mario Bonanno, musicolo catanese, appassionato e profondo conoscitore di musica cui la definizione di leggera, a volte risulta del tutto inappropriata, con questo libro ci porta a ripercorrere la nostra biografia personale attraverso le note che l’hanno accompagnata e ne hanno scandito il tempo.
Con La Cina sono io (Metropoli d’Asia), Xiaolu Guo ci offre uno spaccato della Cina di oggi, una realtà difficile da esplorare soprattutto se non si conoscono la sua storia millenaria e le sue tradizioni. In questo caso l’autrice esprime un contesto culturale in cui si sviluppa il rapporto tra le arti, musica e scrittura, e la politica e il richiamo che esercita l’Occidente legato all’esigenza di una maggiore apertura del Paese verso l’esterno. La storia prende avvio nella Londra contemporanea, dove la giovane e inquieta Iona lavora come traduttrice. Da una casa editrice riceve un plico contenente lettere e stralci di diario scritti in cinese. Lentamente, anche se dopo varie ricerche e con diverse lacune, emerge la storia di Jian, musicista punk di Pechino incarcerato e poi estromesso dalla Cina per le sue attività “antirivoluzionarie”, il quale, dopo varie peripezie, finisce in un centro per immigrati prima in Inghilterra e poi in Svizzera, e di Mu, la sua ragazza, aspirante poetessa. Quest’ultima, senza notizie di Jian da troppo tempo, contatta un direttore editoriale inglese di passaggio a Pechino e gli consegna lettere e diari suoi e del suo compagno nella speranza di scoprire qualcosa in più. Iona e il direttore editoriale, destinati a innamorarsi, verranno a sapere che Jian è figlio di un personaggio di primissimo piano della politica cinese, motivo per il quale tutte le notizie su di lui sono state censurate. Il romanzo, strutturato anch’esso come un diario, segue il lavoro di traduzione di Iona e parallelamente la sua vita e il suo coinvolgimento sempre maggiore nella storia dei due ragazzi, legati da un amore intenso ma pieno di difficoltà, soprattutto a causa delle ferite profonde di Jian e del suo percorso politico, segnato dal massacro di Tienanmen. Che fine avrà fatto Jian? Riuscirà Iona a ritrovarlo e a far incontrare nuovamente i due innamorati? Questa missione diventa il centro della sua vita e la cambierà profondamente.
Xiaolu Guo è nata in un villaggio della Cina meridionale nel 1973, è scrittrice e regista. È autrice di romanzi, poesie e saggi, in cinese e inglese, che sono stati tradotti in diverse lingue.