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Biografie

Jean-Claude Izzo. Storia di un marsigliese di Stefania Nardini

Biografie By Gennaio 29, 2015 No Comments

29 gennaio 2015

copertina_1454-webJean-Claude Izzo, lo scrittore marsigliese morto a soli 55 anni, ci ha lasciato alcuni libri davvero indimenticabili. La Biografia di Stefania Nardini, oggi riedita da E/O in una versione aggiornata, è un omaggio all’autore della trilogia che ha come protagonista Fabio Montale (Casino totale, Chourmo, Solea), e dei romanzi Marinai perduti e Il sole dei morenti. Cinque libri che raccontano il dolore, la malinconia, la nostalgia dell’amore anche quando c’è, la grandezza del Mediterraneo che pare regolare le vite di tutti come un elemento soprannaturale e che sono descritti magistralmente come pure certa parte di Marsiglia. Sempre edite da E/O sono anche la raccolta di racconti Vivere stanca e la raccolta di scritti inediti Aglio, menta e basilico. Marsiglia, il noir e il Mediterraneo. La Biografia di Izzo contiene alcune poesie tradotte per la prima volta in Italia e alcuni brevi testi in prima pubblicazione mondiale.

 

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Le donne e l’Olocausto – Ricordi dall’inferno dei Lager di Lucille Eichengreen

Biografie By Gennaio 27, 2015 No Comments

27 gennaio 2015

3171124-webSopravvivere al ghetto di Lodz, ad Auschwitz, a Neuengamme e a Bergen-Belsen fu quasi un miracolo. Aveva otto anni e viveva ad Amburgo, in Germania, quando Hitler salì al potere. Aveva vent’anni quando la guerra finì. Dodici lunghi anni di orrore, di privazioni, di umiliazioni, di fame”.

Le donne e l’Olocausto (Marsilio, traduzione di Errico Buonanno) è uno dei pochi memoriali che si concentra esclusivamente sulle donne. Con sincerità straziante, Lucille Eichengreen offre uno sguardo approfondito e sincero dell’esperienza femminile nei campi nazisti. Raccontando la storia della propria sopravvivenza, esplora il mondo delle altre donne che ha incontrato, dal potere femminile delle guardie SS, alle prigioniere che erano costrette a prostituirsi per il cibo. Le amicizie che nacquero tra le donne spesso durarono a lungo. Si aiutavano l’una con l’altra, e si dimostravano un affetto e un’attenzione che era difficile trovare persino in famiglia. Certo, avevano anche delle nemiche tra loro. Altre donne le maltrattavano, le denunciavano, le raggiravano e rubavano il cibo o le scarpe. In tutti i campi di concentramento era più o meno lo stesso. Ma in generale c’era fiducia reciproca, le donne si davano una mano e piangevano insieme. Con una prosa secca e toccante, la Eichengreen sa cogliere il nocciolo, l’essenza delle cose ma senza fare prediche. In più, Lucille scrive con l’autorevolezza della testimone oculare, un valore che presto spetterà solo alla pagina scritta e ai documentari filmati, visto che le fila dei sopravvissuti si assottigliano drammaticamente ogni anno. Lei è una di loro, una sopravvissuta che ha ancora voglia di raccontare la propria storia.

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Diario di Etty Hillesum

Biografie By Gennaio 18, 2015 No Comments

18 gennaio 2015

04df38e612ce984599617475a9fe81ba_w_h_mw650_mh-webSecondo la radio inglese, dall’aprile scorso sono morti settecentomila ebrei. Sono già morta mille volte in mille campi di concentramento. In un modo o nell’altro so già tutto. Eppure trovo questa vita bella e ricca di significato. Ogni minuto“.

Scritto ad Amstardam tra il 1941 e il 1943, nel Diario (Adelphi), Etty Hillesum racconta di se stessa, una giovane donna ebrea che legge Rilke, Dostoevskij, Jung. Etty non è osservante tuttavia i temi religiosi la interessano e ne parla fino a che sono gli argomenti legati alla persecuzione a invadere le pagine del suo diario. Etty registra le voci su amici scomparsi nei campi di concentramento, uccisi o imprigionati. Un giorno, davanti a un gruppo sparuto di alberi, trova il cartello: «Vietato agli ebrei». Un altro giorno, certi negozi vengono proibiti agli ebrei. Un altro giorno, gli ebrei non possono più usare la bicicletta. Etty annota: «La nostra distruzione si avvicina furtivamente da ogni parte, presto il cerchio sarà chiuso intorno a noi e nessuna persona buona che vorrà darci aiuto lo potrà oltrepassare». Ma, quanto più il cerchio si stringe, tanto più Etty sembra acquistare una straordinaria forza dell’anima. Non pensa un solo momento, anche se ne avrebbe l’occasione, a salvarsi. Pensa a come potrà essere d’aiuto ai tanti che stanno per condividere con lei il «destino di massa» della morte amministrata dalle autorità tedesche. Confinata a Westerbork, campo di transito da cui sarà mandata ad Auschwitz, Etty esalta persino in quel «pezzetto di brughiera recintato dal filo spinato» la sua capacità di essere un «cuore pensante». Se la tecnica nazista consisteva innanzitutto nel provocare l’avvilimento fisico e psichico delle vittime, si può dire che su Etty abbia provocato l’effetto contrario. A mano a mano che si avvicina la fine, la sua voce diventa sempre più limpida e sicura, senza incrinature. Anche nel pieno dell’orrore, riesce a respingere ogni atomo di odio, perché renderebbe il mondo ancor più «inospitale». La disposizione che ha Etty ad amare è invincibile. Sul diario aveva annotato: «“Temprato”: distinguerlo da “indurito”». E proprio la sua vita sta a mostrare quella differenza. Morirà ad Auschwitz verso la fine del 1943.

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American Sniper. Autobiografia del cecchino più letale della storia americana di Chris Kyle, Scott McEwan e Jim DeFelice

Biografie By Dicembre 23, 2014 No Comments
23 dicembre 2014

www.inmondadori.it-webÈ una storia dura quella di Chris Kyle, difficile da raccontare. Il libro, edito da Mondadori, narra le vicende di  un americano nato in Texas nel 1974 e iniziato alle armi fin da giovanissimo dal padre cacciatore. Arruolato nell’esercito nei Navy Seal, tra il 1999 e il 2009, ha fatto registrare il più alto numero di uccisioni per un cecchino nell’intera storia degli Stati Uniti e ha guadagnato due medaglie d’argento, cinque di bronzo e altre tre dal corpo dei Marine. Tra i nemici si è guadagnato l’appellativo di “al-Shaitan Ramadi”, il diavolo di Ramadi. American Sniper è l’autobiografia di un uomo che si dispiace di non aver ucciso più nemici pur considerando la tragicità e le opacità della guerra e racconta delle sue avventure sul campo di battaglia intrecciandole alle vicende private. Chris Kyle è stato ucciso nel 2013 da un giovane veterano affetto da disturbo da stress post-traumatico a un anno dall’uscita del suo libro. Clint Eastwood ha definito American Sniper “Una lettura straordinaria” e ne ha tratto un film in programmazione in Italia da gennaio.

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La montagna nuda. Il Nanga Parbat, mio fratello, la morte e la solitudine di Reinhold Messner

Biografie By Dicembre 9, 2014 No Comments

9 dicembre 2014

 

9788879725798_la_montagna_nuda-webUn libro affascinante e coinvolgente che racconta una storia realmente accaduta. Il Nanga Parbat, ovvero la Montagna Nuda situata in Pakistan, è alto 8125 metri ed è da decenni il sacro Graal dei migliori alpinisti. Negli anni ’30 Willy Merkl tentò la salita e morì. Il suo fratellastro, Karl Herrligkoffer, ne fu ossessionato e tentò più volte di “conquistare” la montagna in nome del fratello. Nel 1970 programma con i fratelli Messner di raggiungere la cima dal versante Rupal. E la storia si ripete: Reinhold e Günther Messner sono i primi a salire lungo quella via ma sono costretti dal maltempo a scendere lungo il versante opposto, il Diamir: Günther perderà la vita travolto da una slavina. I tragici ricordi non abbandoneranno mai Reinhold che, dopo trent’anni, decide di raccontare la sua versione dei fatti nel libro edito da Corbaccio.

 

 

 

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Storia di una vedova – Memoir – Joyce Carol Oates

Biografie By Novembre 14, 2014 No Comments

14 novembre 2014

_storia-di-una-vedova-1384321685-web“Tornando nella casa buia, dopo essermi lasciata Princeton alle spalle, mi sento come una freccia appena scoccata – verso quale bersaglio?”

La vita da sola dopo quasi cinquant’anni in due. Una vita dimezzata, ma non una vita a metà. Il memoir Storia di una vedova della grandissima Joyce Carol Oates (Bompiani) è un libro interessante, una lunga introspezione fondata sull’analisi del lutto per l’improvvisa morte del marito Ray, tutta incentrata sulla lunga consuetudine (quasi cinquant’anni) di una felice vita coniugale in cui sono stati condivisi affetti, molte passioni, compreso quella per la scrittura, lasciando però intatte alcune zone “private” che la Oates vedova esplora solo ora, almeno in parte. L’elaborazione del lutto viene gestita attraverso il filtro dell’affetto e della cura per la vedova manifestata dagli amici più cari. Interessante l’analisi del cullare l’idea rifugio del suicidio, della ricerca di sollievo attraverso gli psicofarmaci, del rifiuto degli stessi indispensabile per sentirsi di nuovo viva e libera. Un cammino difficile in cui c’è tutto lo straniamento dovuto al fatto di dovere affrontare la vita e se stessi da un punto di vista inedito che costringe la vedova a prendere atto alla fine, che il marito non tornerà. Fa riflettere anche l’analisi del cambio di passo rispetto a gesti consueti, luoghi, abitudini condivise piacevoli che ora risultano insopportabili. Si rompe il cerchio e la ricerca di un nuovo equilibrio è difficile dentro una casa amata e ora temuta allo stesso tempo. Anche gli animali di casa, ben raccontanti, sono visti come i gatti di Ray e per alcuni aspetti diventano bestie temute, di cui la Oates ama forse più il ricordo di ciò che sono stati. C’è poi il tempo sospeso, un limbo, dedicato al lavoro soprattutto condotto in esterni, girovagando per convegni in diverse città. Una distrazione dal lutto che è anche una medicina. Fino all’inizio della rinascita finale, simboleggiata dalla cura del giardino che era del marito e dall’arrivo della primavera. Scritto in prima persona e al presente, è ampiamento rievocativo del rapporto coniugale, come è ovvio. In alcuni punti un po’ ripetitivo e prolisso. Non la solita Oates anzi, una Oates del tutto insolita. È dato ampio spazio alle considerazioni della vedova che parla di sé in corsivo e in terza persona definendosi come “la Vedova” quasi a volere comporre una casistica di alcuni aspetti del lutto. Eccessiva e noiosa la sfilza di mail di amici e conoscenti.

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Quello che sapevamo di Eliana di AA.VV.

Biografie By Novembre 8, 2014 No Comments

8 novembre 2014

eliana-webÈ una singolare biografia quella di Eliana Cascia, personaggio di fantasia tratteggiato dalla penna di una dozzina di scrittori impegnati in un gioco letterario divertente e dagli esiti imprevedibili. La raccolta di racconti offre un ritratto postumo della protagonista in cui ciascun narratore racconta di Eliana vista da un’angolazione speciale: chi l’ha conosciuta in gioventù, chi ha avuto a che fare con lei quando era già un’affermata scrittrice e giornalista, chi se ne è innamorato da lontano, chi l’ha solo sfiorata “da fuori” e lo stesso è riuscito a farsi un’idea di com’era. Gli autori: Lorenzo Banfi, Fiorella Butti, Marco Castiglione, Susanna De Ciechi, Gabriella Ferrari Curi, Silvano Gasparetto, Nicoletta Molinari, Francesca Moscato, Lisa Pavesi, Monica Pegna, Patrizia Puleio, Giovanna Vanin. Il libro verrà presentato in occasione di Bookcity domenica 16 novembre ore 10, Castello Sforzesco, Sale Panoramiche.

 

 

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