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Scritture&Scrittori

Il senso di una storia: Storia della mia gente di Edoardo Nesi

Scritture&Scrittori By Aprile 19, 2014 No Comments

Edoardo-Nesi-webQuello di Nesi è un libro che racconta in modo convincente un pezzo di storia del nostro Paese poco conosciuta e dai risvolti inquietanti. “Faccio parte di quella che avrebbe dovuto essere la terza generazione tessile della famiglia Nesi  e mi era stato promesso il mondo.” Ma il destino dispone diversamente, e sotto i colpi selvaggi della globalizzazione del terzo millennio anche il lanificio Nesi chiude i battenti, sconfitto dall’invasione dei cinesi come il resto della piccola industria tessile pratese. Storia della mia gente racconta dell’illusione perduta del benessere diffuso in Italia e di come l’impensabile sia potuto accadere, mentre una schiera di economisti arroganti e politici tremebondi lasciava sfiorire il capitale umano e produttivo del nostro paese. Edoardo Nesi è nato il 9 novembre 1964 a Firenze. Ha diretto l’azienda tessile di famiglia per quindici anni, prima di venderla nel 2004 a causa della crisi.  Storia della mia gente, pubblicato da Bompiani nel 2010, ha vinto il premio Strega nel 2011.

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Ricordi&memorie: Case di Ermanno Bencivenga

Scritture&Scrittori By Aprile 17, 2014 No Comments

5506086-webIl ritorno alla narrativa di Ermanno Bencivenga attinge a piene mani dal quotidiano per tratteggiare un grande affresco del rapporto degli italiani con la propria casa, luogo in cui scorre la vita, deputato a raccogliere ricordi e memorie. Case (Cairo Editore) raccoglie sei racconti i cui protagonisti hanno, in diverse forme, un rapporto particolare con il proprio spazio vitale, che definisce la loro esistenza come un appuntamento mancato, un’attesa inutile in una terra di nessuno per una realizzazione e una gioia che hanno dichiarato perpetua indisponibilità. In questi racconti, piccole tranche de vie, talvolta la casa soffoca e opprime i protagonisti; talaltra s’impone precisamente attraverso la sua assenza. Ci sono Carlo e Laura Dadda che costruiscono tutta la vita intorno a un salone che si trasforma nella loro rovina; ci sono gli Iovine, Raffaele e Antonietta, notai da generazioni così impegnati a dimostrare al mondo la propria fortuna da non vedere l’umiliazione cui sono costretti; ci sono Luca Spiazzi, single incallito, felice di essere scampato al pericolo di accasarsi e Stefano Trotti che lavora quattordici ore al giorno per mantenere un appartamento dove dorme soltanto, stremato, la notte; poi ci sono i coniugi Cutrupi, lui nobile decaduto, lei figlia di un fornaio arricchito, schiavi in modo diverso di un antico palazzo e Demetrio Rota che compra un biglietto di sola andata per New York per lasciarsi alle spalle la casa costruita dal padre, in Calabria, che da focolare è diventata carcere. Sei storie ambientate in sei diverse città che si dipanano verso l’inevitabile risultato, e solo i protagonisti, come Edipo, sembrano non rendersene conto e percorrono una dopo l’altra le tappe della loro via crucis, fino a quell’esito che li metterà di fronte all’evidenza del loro fallimento.

Ermanno Bencivenga, professore ordinario di filosofia presso l’Università di California; logico di fama, ha dato importanti contributi alla filosofia del linguaggio, alla filosofia morale e alla storia della filosofia. In Oltre la tolleranza, Manifesto per un mondo senza lavoro e Parole che contano ha elaborato un’utopia politica. Per il grande pubblico ha scritto La filosofia in cinquantadue favole, Filosofia: istruzioni per l’uso, Platone, amico mio, La logica dell’amore, Parole in gioco, Il piacere: indagine filosofica e Filosofia in gioco. È autore della raccolta di racconti I delitti della logica. Ha fondato e diretto per trent’anni (fino al 2011) la rivista internazionale di filosofia Topoi. Collabora al quotidiano Il Sole-24 Ore.

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Ricordi&memorie: Fëdor Dostoevskij

Scritture&Scrittori By Aprile 13, 2014 No Comments

dostoevskij-fedor-webNei ricordi di ogni uomo ci sono certe cose che egli non svela a tutti, ma forse soltanto agli amici. Ce ne sono altre che non svelerà neppure agli amici, ma forse solo a sé stesso, e comunque in gran segreto. Ma ve ne sono infine, di quelle che l’uomo ha paura di svelare perfino a se stesso, e ogni uomo perbene accumula parecchie cose del genere“. Fëdor Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo, 1864

 

 

 

 

 

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Il senso di una storia: Jonathan Franzen, Zona disagio

Scritture&Scrittori By Aprile 10, 2014 No Comments

Franzen-Zona-DisagioSapere che una certa cosa era condannata a finire eppure cercare allegramente di salvarla: era una caratteristica di mia madre. Avevo finalmente cominciato ad amarla verso la fine dei suoi giorni, quando viveva sola e stava subendo un anno di chemio e radioterapia. … I suoi ultimi dieci anni di vita, che cominciarono con la demenza di mio padre e terminarono con il suo cancro al colon, furono una mano sfortunata che lei giocò da vincitrice”.

L’impianto autobiografico di Zona disagio (titolo originale The Discomfort  Zone, 2006) edito da Einaudi, racconta della vita del giovane Franzen fino ai quarant’anni mettendo a fuoco l’arco temporale dell’adolescenza, il rapporto con i fratelli, quello più complesso e contrastato con i genitori, il difficile passaggio all’età adulta che porta con sé il desiderio di diventare indipendente, i primi amori e la scoperta della passione per la lettura e la scrittura. Tutto ciò passando attraverso la vendita della casa dei genitori, dopo la morte della madre, l’apprendimento del tedesco e la passione per il bird watching, in una Zona disagio in cui la memoria ridisegna gli eventi elaborati nel ricordo in modo spesso ironico e al contempo commovente. Da leggere per conoscere meglio l’autore de Le correzioni.

 

 

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Professione Ghost writer: Pseudonimi letterari 2

Scritture&Scrittori By Marzo 23, 2014 No Comments

stephen-king-blaze- Pseudonimo 2“Alzò le mani, esasperato. “Non faccio del sarcasmo. Sto solo cercando di scuotervi dal vostro delirio perché vi rendiate conto della follia di quello che state dicendo! State sostenendo che uno stramaledetto pseudonimo letterario si è trasformato in un individuo in carne e ossa!” Stephen King, La Metà Oscura

Di solito chi commissiona un libro a un ghost writer e non è uno scrittore, lo fa anche per il piacere di vedere il proprio nome in copertina, come autore. Tuttavia anche in questo caso ci sono narratori che preferiscono nascondersi dietro lo pseudonimo letterario. I motivi possono essere diversi in relazione al tipo di lavoro commissionato, ad esempio un romanzo piuttosto che un’autobiografia, e dell’uso a cui è destinato. Alcuni narratori hanno come obiettivo la realizzazione di un memoir da stampare in un numero limitato di copie, magari solo un centinaio, da distribuire a parenti e ad amici per un’occasione speciale. In questo caso misurano i contenuti in modo equilibrato e coerente con lo scopo che si sono prefissi e possono mettere in chiaro le trame, i temi e i soggetti citati nel libro senza alcun timore. Se il narratore è un imprenditore e la sua storia coincide con i ricordi e le memorie legate alla sviluppo di un’attività, ne darà una diffusione più ampia, correlata all’ambito dell’azienda. Ma questo è un altro discorso.

Diversamente, se il narratore decide di raccontare la propria storia privata fino in fondo, senza nulla tacere di sé, neppure i particolari più scabrosi, e coinvolgendo altri a lui vicini, e desidera pubblicarla per renderla fruibile da parte di un’ampia platea di lettori, potrà avere la necessità di mantenere l’anonimato. In questo caso il ricorso allo pseudonimo letterario è d’obbligo. Recentemente ho lavorato alla realizzazione di un’autobiografia romanzata il cui protagonista è un personaggio fuori del comune che ha adottato questa scelta avendo come obiettivo proprio la pubblicazione del suo libro. In questo caso l’esperienza ha avuto delle connotazioni particolari, a mio avviso positive, sia per il narratore sia per il ghost writer. Infatti, lo pseudonimo letterario si è trasformato in un individuo in carne e ossa esattamente come indicato nella citazione di Stephen King che ha spesso utilizzato lo pseudonimo letterario di Richard Bachman. Il narratore ha potuto raccontare con maggiore distacco alcune parti della sua storia e il ghost writer ha gestito con più libertà il personaggio che, in alcuni casi, in un certo modo è arrivato perfino a dire la sua. Ma, come sempre, questo esempio non costituisce in alcun modo una regola perché, soprattutto in questo lavoro, ogni storia, ogni libro sono unici e originali e costruiti secondo canoni sempre diversi, secondo le necessità di ciascun narratore.

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Professione Ghost writer: Pseudonimi letterari 1

Scritture&Scrittori By Marzo 22, 2014 No Comments

Pseudonimo 1Sono tante e diverse le ragioni per cui gli scrittori hanno fatto e fanno ricorso agli pseudonimi letterari. In passato lo pseudonimo è stato molto utilizzato dalla donne che, come sempre, hanno dovuto lottare per conquistare un proprio spazio anche nel campo della scrittura, un esempio per tutti quello delle sorelle Bronte che inizialmente assunsero nomi maschili. In seguito tale pratica venne abbandonata per decenni. Da qualche tempo lo pseudonimo letterario vive una nuova stagione. Tra gli anni Settanta e Ottanta se ne è servito Stephen King che ha pubblicato parecchi libri come Richard Bachman; ai tempi nostri J.K. Rowling la scrittrice della fortunata  serie di Harry Potter, ha pubblicato un libro, un giallo intitolato The cuckoo’s calling, firmandolo come Robert Galbraith. Questi sono solo due tra gli esempi più famosi. Perché lo fanno? La Rowling ha dichiarato che desiderava scrivere quello che voleva senza subire le pressioni dei media. Altri lo fanno per adeguarsi alle logiche del mercato editoriale che spesso premia di più il sesso maschile o, come nel caso di King, per non subire il peso dell’eccessivo successo e tentare in libertà possibili percorsi alternativi. Talvolta la scelta è indotta da una precisa strategia di marketing editoriale che punta a creare curiosità e mistero intorno alla figura dello scrittore. Infatti, l’uso dello pseudonimo letterario da parte degli autori sta prendendo le connotazioni di una moda legata a un gossip che, se ben gestito, suscita un senso d’attesa del libro che fa bene alle vendite.

 

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