Nella prima parte di Tessa e basta, il libro che ho scritto basandomi sulla storia di Tessa Krevic, si fa riferimento ai ricordi più lontanti, quelli legati a un’infanzia spensierata, la famiglia, gli amici, ricordi che molti di noi condividono, poi per Tessa tutto cambia dentro un mondo che lei non riconosce più. Ma Tessa conserverà sempre quei ricordi, lontani e cari che custodisce con amore e che le sono di consolazione.
Per uno scrittore fantasma impegnato nella lavorazione di una autobiografia romanzata il momento in cui si inizia a lavorare sui ricordi dell’infanzia è sempre un passaggio importante, quello in cui si sciolgono le prime confidenze e si comincia a conoscere più intimamente la persona che narra la storia. Oltre tutto ci alcuni elementi comuni  ci attingere, per entrare in empatia: i giochi, le disobbedienze, certe punizioni, uguali ovunque ci si trovi, a Milano oppure in Croazia. Tessa Krevic mi ha raccontato di quando era piccola, dell’affetto dei nonni, dei piccoli e dei grandi drammi di ogni bambino, dei giochi, dell’arrivo del fratellino. Anche in questo caso diversi dettagli, piccoli fatti, si sono sovrapposti a cose che erano anche nella mia memoria; è stato bello ripercorrere insieme i primi passi di questa bambina, impronte ora fissate anche sulla carta.

Cattura

Share: