Di recente mi sono rilassata bighellonando lungo la Costiera Amalfitana. Qui ci sono luoghi che sono stati il teatro delle vicende di persone di cui ho scritto la storia. Per questo, talvolta “ho abitato” certi Paesi, alcune case, ho percorso strade, attraversato piazze, visitato approdi, seppure solo nella fantasia. Ogni volta che ci vado mi accoglie il caldo abbraccio del mare, sono presa dai colori dei fiori, dalle bouganville che esplodono sui muri, lungo i pergolati, dai sapori di una cucina strepitosa e dai paesaggi troppo grandi per un solo sguardo. Devi accoglierli anche con il cuore. La strada m’intorcina lo stomaco e rende difficile raggiungere la meta, ma c’è l’alternativa dell’acqua. Il traghetto, scivola sulla scia del sole e dentro il vento, mi riporta il ricordo di altre estati e torno indietro con gli anni. Sono pochi i posti così benevoli nei miei confronti. Altri invece, mi lasciano presente al mio tempo, alla mia età, e la relazione tra ciò che provo e la loro bellezza è di testa, il cuore c’entra poco.  Lo sfasamento temporale si cristallizza in uno stato d’animo legato a ciò che è stato nel passato. Lo so bene io, che come scrittore fantasma mi cibo dei ricordi degli altri. I profumi, i suoni, i sapori, un colore, magari quello sanguigno di un buon vino novello, mi riportano indietro e io afferro la sensazione e mi trasferisco in un tempo parallelo. Ci sto dentro consapevole d’esserne fuori, eppure felice. Però ne devo uscire per tornare al mio presente.
Ricordo le parole di Goliarda Sapienza che in Appuntamento a Positano, scriveva:
Questo paese mi porterà alla perdizione, troppo misterico, me ne devo andare e non metterci più piede. Ecco, quella lunga sfilata di quinte rocciose, ora rosate in questa quieta mattina d’aprile, che chiudono in un abbraccio vertiginoso la piccola baia e il mio corpo, sono per me una delle infinite forme magnifiche, che il diavolo, trasformista per autonomasia,  sa prendere quando ti vuole spingere in basso. Devo scappare“.

Positano_scrittore fantasma

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