Il caldo è tale da fare evaporare anche un fantasma e, di solito, in questi casi io resto al riparo del mio lenzuolo, ben nascosta ai raggi del sole. Non oggi però, un giorno speciale in cui è in programma il primo incontro, il primo di persona intendo, con la narratrice di cui sto scrivendo la storia da alcuni mesi. Si tratta di una bella storia, questo è certo, perché quando lavoro come ghost writer scelgo con cura i temi che dovrò romanzare, così come le persone che sono protagoniste delle vicende che, insieme, chiuderemo in un libro. Ma torniamo al presente.
Sono chiusa nella stretta striscia d’ombra antistante la facciata del Duomo, confusa in un mare di gente che non parla italiano. Neppure i soldati di guardia alla cattedrale parlano la mia lingua e così, quando squilla il cellulare è quasi normale che sul display, accanto al simbolo della cornetta, appaia la scritta “New York”.
«Ci sono.»
«Anch’io. Sono vestita di bianco.» Del resto come fantasma non ho scelta.
«Ti ho vista!» Mi arriva un urlo trionfante che un attimo dopo si chiude in un abbraccio.
Eccola qui, la mia narratrice, non ha neppure l’aria accaldata. Forse si porta dietro l’effetto degli ambienti climatizzati al gelo, come usa nella Grande Mela. Sì, è proprio da là che mi è venuta a cercare per raccontarmi la sua storia. Un intreccio di vicende che hanno determinato un percorso in cui ha bruciato in pochi anni tutte le gioie e i dolori che di solito stanno dentro una lunga vita. Invece, lei è giovane e, nonostante le ferite, va avanti e sta rinascendo.
Ora si guarda intorno, contiene lo spazio con gli occhi: il Duomo di Milano è una garanzia. Per un momento mi sento orgogliosa e mi stupisco della milanese di ritorno che affiora in me. Finalmente siamo insieme, vicine, dopo mesi di conversazioni su Skype. La mia narratrice è una bella donna, sottile fuori e d’acciaio dentro, ha molto carattere e soprattutto non teme la vita. Chiacchieriamo di cose senza importanza, ma ci scrutiamo con attenzione mentre la guido verso la galleria e cerchiamo le scale mobili per andare a pranzo e… Beh, il resto è privato, discorsi solo nostri.
Però, ora più che mai, sono certa che la sua storia sarà un bellissimo libro.

 

Immagine dal web Spazio Milano

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