A New York per presentare “Il mio ultimo anno a New York”, ho parlato del mio modo di fare ghostwriting per scrivere un romanzo basato su vicende reali e di come lo stile di scrittura debba essere coinvolgente per conquistare i lettori…
Presentando “Il mio ultimo anno a New York” nella Grande Mela, ho avuto modo di rispondere ad alcune domande chiave: quanto è difficile per lo scrittore trasformare le emozioni di un’altra persona in parole? E quanto pesa la fatica del narratore?…
È uscita la versione originale dell’ultimo libro che ho scritto nelle vesti di scrittore fantasma. Il titolo è “Il mio ultimo anno a New York”, già pubblicato nella traduzione in inglese di Alastair McEwen e presentato lo scorso novembre a New York…
Stavo cercando del materiale nel mio archivio e mi sono imbattuta in un video che racconta una parte dell’evento che si è svolto a New York il 14 novembre 2017, in occasione della presentazione del il libro “Il mio ultimo anno a New York”…
New York non mi ha presa fino in fondo, ma mi è piaciuta molto soprattutto per certi quartieri, così diversi tra loro, per il confine che esiste sempre, e resiste, in cui sfumano le differenze di chi lì abita e mantiene una propria identità…
Secondo parte dell’intervista ad Alastair McEwen, scrittore e traduttore di autori quali Umberto Eco, Roberto Calasso, Alessandro Baricco, Vittorio Sgarbi, Aldo Busi, Antonio Tabucchi e tanti altri ancora. Ad oggi ha tradotto oltre 90 libri…
Dice Alastair McEwen: “Di certo ti sorprenderò confessando subito che non ho mai capito veramente cosa sia la traduzione. È un’arte, una scienza, una professione, un mestiere, un sogno impossibile o magari un voto di eterna povertà?…