A New York per presentare “Il mio ultimo anno a New York”, ho parlato del mio modo di fare ghostwriting per scrivere un romanzo basato su vicende reali e di come lo stile di scrittura debba essere coinvolgente per conquistare i lettori…
Presentando “Il mio ultimo anno a New York” nella Grande Mela, ho avuto modo di rispondere ad alcune domande chiave: quanto è difficile per lo scrittore trasformare le emozioni di un’altra persona in parole? E quanto pesa la fatica del narratore?…
È uscita la versione originale dell’ultimo libro che ho scritto nelle vesti di scrittore fantasma. Il titolo è “Il mio ultimo anno a New York”, già pubblicato nella traduzione in inglese di Alastair McEwen e presentato lo scorso novembre a New York…
Stavo cercando del materiale nel mio archivio e mi sono imbattuta in un video che racconta una parte dell’evento che si è svolto a New York il 14 novembre 2017, in occasione della presentazione del il libro “Il mio ultimo anno a New York”…
New York non mi ha presa fino in fondo, ma mi è piaciuta molto soprattutto per certi quartieri, così diversi tra loro, per il confine che esiste sempre, e resiste, in cui sfumano le differenze di chi lì abita e mantiene una propria identità…
A giorni esce, in inglese, My last year in New York, romanzo ispirato alla storia di una giovane italo-americana, Annalisa Menin. Sono davvero pochi gli scrittori italiani cui capita di vedere il lancio di un proprio libro nella Grande Mela…
Ho scoperto che una persona su quattro ha paura di volare. Io non amo viaggiare in aereo e a breve mi troverò costretta ad affrontare, dopo molto tempo, un volo lungo: Milano-New York, nove ore. E ritorno, sette ore e mezzo…