Vi ricordate della zia Alba che a ottant’anni suonati è migrata in Canada? Ne avevo parlato qui Zia Alba, il default dell’Italia, il bue e l’asino. Era più o meno metà ottobre quando la zia è volata a Toronto, ospite della sua amica Claire; mi aveva scritto qualche e-mail per dirmi quanto fosse contenta della scelta fatta, di quanto fosse bella Toronto e della fantastica casa in cui sta. Mi aveva anche fatto cenno del nuovo giro di amici, la gran parte italiani, che aveva conosciuto sempre grazie a Claire. Ogni e-mail si chiudeva con la promessa che mi avrebbe contattato su Skype, appena avesse avuto tempo.

Chissà come scorrono le giornate canadesi della zia Alba! Ogni tanto ci rifletto mentre faccio una pausa caffè per staccare un po’ dalla scrittura del libro in corso. Mi perdo nell’inseguire un’immagine che ho ficcata in testa, relegata in un angolino: rappresenta la cartolina di un lago ghiacciato contornato da foreste e tre persone che passeggiano con aria felice. Le tre persone, ops! due e mezzo, siamo io, il sant’uomo che insiste nel condividere i suoi giorni con me e la Tina, la nostra SimilJackRussel, detta anche GhostTina.

Qualche giorno fa ero alle prese con una ricerca su un fatto di cronaca che risale agli anni ’80. Mi serve per contestualizzare meglio la storia di cui mi sto occupando, infatti, per scrivere un libro talvolta occorre approfondire vicende che, rivisitate a distanza di tempo, appaiono sotto una luce del tutto nuova. Stavo sgobbando in rete quando l’avviso di chiamata di Skype si è messo a strombazzare. Era la zia Alba, finalmente.

«Ma lavori sempre, tu?» ha esordito.

«Zia, come stai bene! Sei ringiovanita.» Lo pensavo davvero. Zia Alba ora dimostra non più di settant’anni.

«Dici!» Girava un po’ la testa e si toccava i capelli freschi di piega. E anche di tinta. «Sarà che il freddo conserva. Comunque qui sono più tranquilla, quasi serena. Non fosse che penso a voi…»

«Noi stiamo bene, zia. Non devi preoccuparti.»

«Voi state tutti male e neanche sapete quanto. Da qui, con la distanza, io e i miei amici vediamo tutto più chiaro.»

«Ah, ti riferisci alla situazione generale! Le cose sono un po’ cambiate da che sei partita.»

«Lo so. Seguo, sai! Non mi perdo niente. L’asino, dopo avere ragliato a vuoto, tornerà al suo ruolo subalterno, ma questo era facile da prevedere. Avere dato il potere di governare a un gruppo di ragazzotti sprovveduti e ignoranti, forse laureati nell’ultima delle università online, porta solo sfracelli. E stanno continuando a farne. Gli unici risultati concreti che hanno ottenuto sono in negativo.»

«Non ho voglia di parlare di questa Italia triste. Lo so che siamo alla deriva…»

«Lo sanno in tanti, se è per quello, ma stanno tutti zitti. A quanto vedo. Quelli di adesso sono riusciti ad ammutolire quelli di prima che già avevano sbagliato tutto. Riuscissero a farsi venire un’idea buona!»

«Zia Alba, vedremo come andrà a finire. Cosa possiamo fare? Siamo una folla di persone sole.»

«Siete scemi! Il bue diventa un lupo e vi mangia tutti. Dai, venite qui anche voi, fatemi morire felice in vostra compagnia. Quando sarà il momento, il più in là possibile, s’intende!» Zia Alba alza le mani e fa le corna, la connessione rallenta, il suo contorno comincia a spixxellare, si scompone e sfuma.

Arriva il lupo. Il lupo è già qui? È solo un uomo travestito, il lupo è un animale nobile, non facciamo confusioni.

Tuttavia siamo alla mercé di chi segue un progetto che è solo suo, non nostro, ma sono tanti quelli che non si rendono conto che stiamo perdendo la nostra libertà, per non dire di una serie di altre cose di cui chi vive fuori del concetto di democrazia non può godere.

Quando costa il volo per Toronto? E, soprattutto, la Tina può viaggiare insieme a noi? Magari potremmo andare a trovare la zia Alba per Natale.

1° parte La zia Alba, il default dell’Italia, il bue e l’asino

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