Il lunedì mattina inizio la giornata filtrando le richieste di collaborazione che si sono accumulate nel corso del fine settimana. Di solito sono poche quelle che stuzzicano la mia curiosità, molte non sono nelle mie corde, o quel che mi dicono le scarne righe inviate dal potenziale narratore non sono sufficienti per indurmi ad approfondire la conoscenza.

Oggi però è arrivata una mail che in un certo senso, dati i tempi, aspettavo da un momento all’altro; è la prima di una serie, ne sono certa. Qui di seguito faccio copia e incolla di alcune righe di testo, omettendo ovviamente il mittente:

… mi chiedevo se poteva aiutarmi a scrivere un libro, al momento ho una trama abbastanza completa e in più delle botte e risposta con chat gpt,
vorrei aggiungere più testo in modo che sia davvero un libro.
se mi può aiutare […] premetto che è la prima volta per me
”.

Il mittente non fornisce alcuna informazione su di sé e nulla dice del genere di libro di cui parla; provo a immaginare a quale categoria di aspirante autore possa appartenere. Forse per questa persona l’oggetto libro è soprattutto una copertina con sopra il nome dell’autore, il suo, e di quel che contiene gli importa poco e comunque, poiché non ha alcuna dimestichezza con la scrittura e con l’organizzazione di un testo, per renderlo in una forma compiuta, corretta, o forse dovrei dire edibile, ha deciso di avere bisogno di più supporti, ovvero di ChatGPT e anche di un ghostwriter.

È positivo che conosca i suoi limiti, infatti ha già fatto ricorso all’amico ChatGPT, però non è soddisfatto del risultato. Per trarre profitto dalle IA occorre saperle usare, non è cosa banale come molti pensano, e forse il nostro aspirante autore non è così abile nel porre le giuste domande all’aiutante virtuale. Preso atto di essere finito in un cul-de-sac, ha pensato a una soluzione classica, perfino antica, ma collaudata: uno scrittore fantasma, un fantasma in carne e ossa, usando l’intelligenza naturale, l’esperienza e le competenze di cui dispone, forse potrà dare forma e sostanza al libro che lui e ChatGpt non sono riusciti a produrre.

Lo dico e lo sostengo da sempre e torno a dirlo: scrivere un libro, perfino scriverlo senza scriverlo, ovvero collaborando con un ghostwriter, non è alla portata di tutti per diversi motivi che ho più volte elencato in alcuni post in questo sito e non riguardano solo la sfera economica. Soprattutto ogni aspirante autore dovrebbe ricordare che scrivere un libro non è necessario se non in rarissime occasioni, mi vengono in mente una caterva di testi di cui l’umanità avrebbe potuto fare a meno perfino con vantaggio.

Infine, prima di lanciarsi nell’azzardo di un progetto di scrittura, ogni aspirante autore dovrebbe interrogarsi sul punto più importante: perché voglio scrivere questo libro? La domanda esige una risposta onesta e sulla base di questa magari potrebbe decidere di deporre la penna o spegnere il PC.

Per saperne di più comincia da qui:
Come scegliere il ghostwriter, quello giusto: consigli pratici
Vuoi scrivere un libro con un ghostwriter? Prima leggi qui…
ProfessioneGhostWriter: come scegliere lo scrittore fantasma giusto per te
ProfessioneGhostWriter: il primo contatto fa la differenza

Foto di Shelby Miller su Unsplash

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