Scrivere un libro significa assumersi una grande responsabilità, così come essere lettori consapevoli. Quasi quarant’anni fa Grazia Cherchi, intellettuale e storica editor italiana, citava Kafka per ribadire che un libro merita di essere letto solo se…
In generale quando apro un file e trovo un impaginato disordinato, faticoso e improbabile, mi faccio delle domande sull’autore ancora prima di leggere una sola riga della sua opera: le risposte che mi passano per la testa non sono mai lusinghiere…
Con le dita appiccicose di confettura scorro la rassegna stampa delle news sull’iPad: compaiono i soliti titoli a effetto sullo sfascio in corso. Nel mazzo degli articoli che sembrano quasi la fotocopia l’uno dell’altro, c’è qualcosa che mi interessa…
Per risparmiare, perché i conti non tornano e per la faciloneria con cui tanti, sbagliando, pensano che i correttori ortografici siano la panacea per tutti gli orrori autoriali, oggi la professione del correttore di bozze non gode di grande popolarità…
Quando scrivo un libro dedico una particolare attenzione ai nomi da attribuire a ciascun personaggio; si tratta di una scelta complicata che richiede tempo e impegno e non deve mai essere fatta a caso. Di solito inizio a documentarmi…
La volpe è protagonista di molte poesie e filastrocche, ne è un esempio la bella poesia di Marialuisa Parazzini. Mi è capitato di incontrarne qualche esemplare; sono animali nobili, misteriosi e pieni di dignità. A dirla tutta mi fanno soggezione…
Agli editori serve una scuola che parli di impaginati, carta, font… scrive Rosario Esposito La Rossa. Sono d’accordo: un libro brutto a vedersi e scomodo da leggere può scoraggiare anche il lettore più accanito. E allora è inutile lamentarsi se va male…