Si intitola Da una notte all’altra, passeggiando tra i libri in attesa dell’alba ed è il libro di Carlo Fruttero, edito da Mondadori dopo la sua morte. Si tratta di un piccolo volume elegante nel formato e prezioso nel contenuto…
Apre il 4 settembre 2015 nella suggestiva cornice di Castel dell’Ovo a Napoli la prima personale italiana dell’artista norvegese Ina Otzko dal titolo: Sono qui, puoi sentirlo?, con la presentazione di un nuovo corpo di lavori…
Mi trascino fuori dall’ombra, una fatica. I contorni di alberi e panchine tremano come la gelatina nei piatti di Natale. «Dove vai?» Jacopo parla senza guardarmi mentre accarezza la testona del mio cane.
«A casa…
Il Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto partecipa al progetto SEMI. Musei in Emilia-Romagna per Expo 2015 con questa mostra, visitabile fino al 10 gennaio, che illustra con pannelli, didascalie…
Beatrice Tiberi mi ha intervistata per Cultora, il portale italiano di informazione culturale. È stata una partito in punta di fioretto poiché Beatrice aveva qualche perplessità sull’attività di ghost writer…
La magia di un balletto, L’après-midi d’un faune su musica di Debussy, l’amore per una donna immortalata in un dipinto che cattura “l’attimo rapito di un movimento dinamico, come quando ti passa di fianco una persona tra la folla”, sono i protagonisti di un romanzo di formazione che prende dalla prima all’ultima pagina.
L’attimo bianco, di Filippo Nativo, autore italo-canadese al suo esordio, rievoca il ricordo di un’adolescenza vissuta un po’ fuori dagli schemi, in un ambiente familiare variegato in cui ciascuno pare assorto in se stesso all’interno di un moto circolare chiuso al mondo ordinario. E dunque è in un contesto straordinario, tra frequentazioni di “ballerine, scenografi, artisti, pittori, sarti e saltimbanchi” e parenti distratti che il giovane protagonista de L’attimo bianco vive il punto di svolta della sua adolescenza, attraverso Manuèl, un ex ballerino argentino approdato in Italia e divenuto pittore. Nell’arco di una manciata di ore che affondano nella notte, Manuèl, di solito scontroso e riservato, racconta al giovane amico la storia del suo amore per Marìa, rompendo il cerchio della sua solitudine, per poi scomparire. Quell’amore, vissuto dall’ex ballerino come una dannazione, segnerà per sempre il ragazzo che a sua volta farà di Marìa il suo amore ideale, quello che terrà solo per sé e con cui le donne che incontrerà nel corso della vita non potranno mai competere. Sullo sfondo la splendida estate toscana, le musiche di Debussy e la storia di un balletto che a suo tempo fece scandalo. Da gustare soli, come soli si legge, insieme al libro perché: “Manuèl, era stato proprio lui a insegnarmi che, testuali parole: “La solitudine è proprietà privata”.
https://youtu.be/jVpJCKspArk
Torno a casa e c’è un pacco che mi aspetta, un pacco che non attendevo. Confesso che le soprese mi sono sempre piaciute e l’emozione che provo, quella curiosità tesa che mi fa prudere il naso e acuire i sensi, è ancora la stessa di quando avevo solo cinque o sei anni. Un regalo inatteso è comunque una festa. Il pacco è grande e marrone, chiuso con il nastro adesivo largo, insomma è un pacco vero, non un pacchettino e pesa quel che deve pesare un pacco di quelle dimensioni, né troppo, né troppo poco. Lo deposito sul tappeto all’ingresso. È caldo, del resto fuori ci sono 36 gradi, ragiono mentre vado a cercare le forbici per incidere il nastro e separare i lembi di cartone. La sorpresa è davvero riuscita: pasta, pacchi di pasta di misure e forme diverse, una pasta speciale e ancora più preziosa perché il dono mi arriva da una nuova amica che abita lontana, in Sicilia, a Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa. Angela è una giovane donna, conosciuta per caso in una calda notte di luglio, in un città Toscana, Siena, che ci ha ospitato entrambe per qualche giorno. Lei era con il marito, una bella coppia, tre figli maschi a casa, con i nonni. Abbiamo chiacchierato per una manciata di ore fino a notte fonda. La simpatia, la cordialità, la passione isolana erano nello spirito di queste persone, due sconosciuti, eppure vicini. Lui, la tradizione, e lei, il futuro, ambedue coraggiosi. Abbiamo parlato, come estranei, di cose futili e poi siamo scivolati nelle confidenze di questioni più intime, come capita talvolta in viaggio. Angela ha lanciato un richiamo al senso della sua terra, ricordando la storia di Vincenzo Rabito in Terra matta, un’autobiografia famosa che ben conosco, perché scrivere autobiografie romanzate è il mio mestiere. E infine, mi ha raccontato della produzione di questa pasta artigianale, risultato di un grano antico, un lavoro che per la giovane coppia più che un business è un tributo al luogo in cui sono nati, prodotta in modo artigianale con una cura antica, qualcosa di prezioso che oggi c’è e, quasi certamente, domani resterà solo un ricordo. Grazie per un incontro che valeva la pena di fare e di raccontare.