Quando inizio a scrivere un nuovo libro mi dimentico di tutto quello che ho intorno, e di questi tempi è una grande fortuna. Più il narratore e la storia sono complessi, più mi stimola la sfida…
Prendo spunto da un testo di Edoardo Zuccato, “Serve “sembrare scrittori” per esserlo?” uscito su l’Indiscreto, e faccio un passo di lato per un’ulteriore riflessione sulla dilagante voglia di scrivere di sé…
Lo schwa è un segno grafico che possiamo adottare al posto del plurale maschile indifferenziato per rivolgerci a una moltitudine di persone differenti: donne, uomini, appartenenti alla comunità LGBTQ+….
In un progetto di scrittura autobiografica il protagonista include anche stralci delle storie di altri: amici, nemici, amanti, parenti. La famiglia, che paura! Come reagiranno costoro riconoscendosi nelle vesti di inconsapevoli personaggi di un libro?
C’erano altre penne dietro il successo di Dumas, tra i primi se non il primo a inventare quella che oggi chiamiamo l’industria dei bestseller. Grazie al lavoro collettivo di un autore e di più scrittori fantasma, abbiamo dei classici che raccontano…
Per scrivere bisogna avere qualcosa da dire che meriti di essere raccontato, lo ricordo ai tanti che negli ultimi mesi, non sapendo come passare il tempo del confinamento, hanno deciso di “fare un libro”…
Nella scrittura di un romanzo autobiografico quanto pesa il racconto orale del narratore? In che modo e in quale misura la sua storia viene trasferita sulla pagina scritta?